Ha guidato l’assalto finale delle azzurre della scherma verso un agognato bronzo olimpico nella spada, a soli 22 anni. Federica Isola, promessa della scherma azzurra che si è fatta notare al suo esordio ai Giochi, ha ripercorso l’avventura della sua prima olimpiade in Area X, spazio innovativo nato per iniziativa di Intesa Sanpaolo Assicura, nel centro di Torino, per la diffusione della cultura della protezione. “Al mio arrivo a Tokyo tanta era l’emozione che non sono riuscita ad allenarmi - ha raccontato intervistata dai giornalisti Giulia Zonca e Massimo Caputi - Ma poi ho affrontato l’individuale con una tranquillità sorprendente. Quasi non vedevo l’ora di andare in pedana”. Sarà stato questo il fattore determinante anche per la gara di squadra. “Quando l’allenatore mi ha detto che avrei condotto l’ultimo assalto contro la Cina ho pensato: ma sono matti? Poi però ci hanno pensato le mie compagne a incoraggiarmi e questo segno di grande unità mi ha dato la fiducia che serviva”. Il bronzo agguantato con le compagne Rossella Fiamingo, Mara Navarria e Alberta Santuccio è una conquista in un’olimpiade difficile per la scherma. “È il livello generale a essersi alzato - spiega Isola - molti allenatori italiani sono andati all’estero e questo per noi ha complicato le cose. Ma ci sono tanti giovani promettenti. Speriamo di essere il futuro di questo sport”. C’è tanto carattere dietro all’impresa di questa atleta vercellese, allenata dal papà, ma anche umiltà e piedi per terra. Una grande determinazione: non a caso il modello a cui dichiara d’ispirarsi è Bebe Vio. “Non ho un vero talento - ammette - ma sono migliorata con l’allenamento, anche se quando ho iniziato non ero fra le più forti. Solo nell’under 17 mi sono resa conto che forse potevo giocarmela”. Il talento, è l’idea della 22enne, “va allenato ma a volte non si manifesta così chiaramente. Ci sono tanti tipi di talenti, il mio è senz’altro quello di poter sopportare anche allenamenti lunghi”. Nel futuro c’è la scherma, con le gare che inizieranno a novembre, ma non solo. “Penso soprattutto all’università. La preparazione olimpica mi ha costretta a stare indietro e devo recuperare”. Federica pensa già al suo futuro, lontano dalla pedana. Il lavoro come biologa. “Quando smetterò, sarà per davvero. Farò ancora tanto sport, dal kite alla barca a vela allo sci, ma solo per divertirmi. E non tirerò più di scherma”. Per ora conciliare lo studio con lo sport è un rebus, ma se c’è la volontà, taglia corto Federica, “si riesce a fare tutto”. Idee chiare e tanto lavoro. La ricetta giusta per il successo e non solo nello sport.
In collaborazione con:
Intesa Sanpaolo