di Gian Paolo Polesini
Non ce ne sono mai abbastanza di raccolte dati sull’amore. Qualunque prospettiva ci avvicina alla comprensione. Ci avvicina, sia chiaro, è persino più decifrabile l’enigma dell’Isola di Pasqua di quel groviglio di sentimenti complessi che stimolano cuori e cervelli.
È un libretto delizioso e davvero tascabile, questo qui.
Ai tempi del Carosello il cantante Nicola Arigliano suggeriva un digestivo talmente comodo che si poteva prendere anche in tram. Ecco, pure il racconto lungo sull’amore di Francesca Schenetti “Mille giorni” (Froogs editore) ben si adatta al caso tram o metro o sala d’attesa. Sta nella tasca della giacca. Non è trascurabile la forma, solitamente rivela i tratti somatici del contenuto.
Lo diciamo senza indugi: Francesca non ha intenzione di illudere i malati cronici, né di codificare teorie o speranze, Francesca è una giornalista, prima di tutto, e chi sa fare il mestiere non gira attorno a vuoto. E già l’incipit ti fa capire il pragmatismo Schenetti: «Finché morte non ci separi e una delle più grosse bugie che ci possiamo raccontare» Oh là. Abbiamo bisogno di pensieri solidi e non di quartine in rima. A cui segue, poche righe sotto: «L’istinto di riproduzione ci porta a cercare la nostra anima gemella, che, in realtà, non esiste». Oddio, Schenetti. La vedi davvero così cupa ‘sta faccenda? Dai, magari ogni tanto, no? Ogni tanto.
La prefazione è firmata della psicologa Alessandra Sandrini, un sostegno diciamo scientifico alle parole libere di una donna libera e senza filtri. Chiamiamoli strumenti utili per iniziare un qualunque viaggio d’amore. Il senso è la necessità di comprensione di noi stessi, prima di abbracciare l’altro/a. «Fare, disfare, fallire e ricominciare».
Perché proprio io? S’interroga Schenetti. «Lo devo. Alle donne. Che lo cercano e non lo trovano». In realtà la complessità di gesti, azioni, paure, illusioni quando ci s’innamora, istiga una ricerca di verità non dico assoluta, ma senz’altro confortante, propulsione benefica all’andare avanti.
Amicizia e amore. Facile confonderle, mescolarle, non venirne fuori comunque. «Ma cos’è l’amicizia se non amore. Che inutile senso la distinzione». Applauso.
Il racconto del sottotitolo non è buttato lì a caso, sappiatelo. Un racconto c’è ed è newyorkese. Si palesa, poi scompare, poi riappare. Una donna sola e un taccuino pieno di appuntamenti in pochi giorni. Per soddisfare desideri urgenti. Lo stimolo decisivo è l’entusiasmo. Mai farselo mancare.
Ha idee ben definite l’autrice, non lascia sospensioni in scia, bensì i suoi spuntoni di roccia ai quali aggrapparsi alla bisogna, seminando con cura le espressioni tipiche di un cammino assieme: l’attesa, il tradimento, la paura, fare i conti con se stesse, frammenti di vita consumata in due, in un prima e in un durante.
Comunque vada mai nulla è perso. In fisica quantistica si dice che due particelle quando entrano in contatto rimarranno per sempre influenzate a vicenda. Ecco, il resto lo leggerete in tram.
COMUNICATO STAMPA - Responsabilità editoriale FROOGS