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Oltretevere

'I miei anni con Giovanni Paolo II', il diario del suo portavoce

Raccolte in un libro le memorie di Joaquin Navarro-Valls

di Manuela Tulli CITTÀ DEL VATICANO

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 01 LUG - Il volto contento di Giovanni Paolo II dopo l'incontro con Michail Gorbacev, il 1° dicembre del 1989, la preghiera con suor Lucia di Fatima, il 13 maggio del 1991, ma anche le passeggiate in montagna, i lunghi viaggi apostolici in tutti i continenti del mondo, i ricoveri in ospedale, le cene frugali al Palazzo apostolico. Joaquin Navarro-Valls, lo storico portavoce di Papa Wojtyla, ha vissuto tutto il pontificato e racconta in un libro quello che era il 'dietro le quinte', dagli incontri ufficiali fino alle confidenze con il Pontefice. Per anni Navarro (morto nel 2017) ha tenuto un diario dove appuntava ricordi, date, anche pensieri rispetto agli eventi centrali che stava vivendo. Quel diario esce ora postumo nel libro "I miei anni con Giovanni Paolo II", edito da Mondadori.
    Al centro dei ricordi c'è proprio Wojtyla, quello pubblico che il mondo ha conosciuto nei 26 anni di pontificato, uno dei più lunghi della storia della Chiesa, ma anche quello più intimo. Il Papa che pregava per ore in qualche modo isolandosi dal mondo, o quello che consumava pasta frugali e digiunava tutti i venerdì. Il Pontefice globetrotter e instancabile e quello anziano e malato degli ultimi anni di vita. Navarro ne rivela anche la grande carica ironica e racconta gli scherzi che Giovanni Paolo faceva per alleggerire i momenti che condivideva con quella che era di fatto la sua 'famiglia'. Come quel giorno di luglio del 1992 quando cominciò a camminare sbattendo i tacchi. "Non vuole che io faccia rumore quando cammino" disse sorridendo Wojtyla, riferendosi al suo segretario Stanislaw Dziwisz. Un clima di presa in giro prima di annunciare il suo ennesimo ricovero in ospedale.
    Con Navarro cambiò la comunicazione del Vaticano al mondo perché Giovanni Paolo II aveva una totale fiducia nel 'medico' spagnolo (Navarro, oltre ad essere giornalista, era infatti medico) e soprattutto un rapporto diretto che "oltrepassava la lentezza cronica della Curia". "Sono stato un privilegiato - ammette Navarro-Valls parlando di questo rapporto tra un Papa e il suo portavoce che di fatto resta un 'unicum' nella storia della Santa Sede -. Ma soprattutto sono un privilegiato perché ho potuto vedere da vicino un uomo santo", scrive il direttore della sala stampa vaticana in uno degli ultimi appunti del suo diario.
    Navarro attraversò molti momenti belli ma anche difficili, come lo scisma di Marcel Lefebvre, le contestazioni che Wojtyla subì fuori e dentro la Chiesa e la piaga degli abusi. Al proposito il 10 marzo del 2002 Navarro nel suo diario scriveva: "Non possiamo dare l'impressione, come qualcuno vorrebbe, che la Santa Sede voglia 'insabbiare' questa faccenda".
    Scorrono in quelle pagine anche i volti dei vaticanisti che hanno seguito Giovanni Paolo II nel suo lungo pontificato, compresi i giornalisti dell'Ansa. Per tutti, o comunque per moltissimi, Navarro ha parole di stima e affetto. E in ogni caso mise in campo davvero una 'rivoluzione' spalancando ai giornalisti tante porte che mai il Vaticano aveva loro aperto.
    (ANSA).
   

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