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Ragazzo 19enne ucciso a Napoli, fermato un coetaneo

Killer individuato in periferia, accusato di omicidio volontario

E' un ventenne il giovane che la notte tra domenica e lunedì scorsi, a Napoli, ha ucciso, per futili motivi, Francesco Pio Maimone, il 19enne gravemente ferito con un colpo di pistola al petto mentre si trovava nei pressi di un noto chioschetto del lungomare partenopeo, zona che nel weekend diventa meta privilegiata della gioventù napoletana. Inutile la corsa in ospedale dove è giunto senza vita.

Le indagini degli investigatori della Squadra mobile della Questura di Napoli, coordinate dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini e dai sostituti procuratori Claudio Onorati e Antonella Fratello (Direzione distrettuale antimafia), sono state rapidissime. Al giovane, che è stato sottoposto a interrogatorio in Questura, viene contestato il reato di omicidio volontario con l'aggravante mafiosa. Secondo quanto si è appreso avrebbe contatti con la criminalità organizzata.

Determinanti i testimoni e la videosorveglianza che in quella zona è capillare. Oggi, a Casal di Principe, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato il grave episodio: "Ieri a Napoli un ragazzo è stato ucciso con una crudeltà che ha sottratto a lui il futuro e lasciato nel dolore i suoi famigliari". Il padre del ragazzo, dopo avere ringraziato il capo dello Stato, ha chiesto a Mattarella di aprire "uno spiraglio" affinché i giovani di Napoli possano avere "un futuro migliore, una vita diversa, perché questa vita non li porta da nessuna parte", ha detto.

Chi ha sparato ha praticamente la stessa età di Francesco Pio, che con quell'alterco, scoppiato per un piede pestato oppure per una bevanda versata sulle scarpe (non è ancora del tutto chiaro il motivo), non aveva nulla a che fare. Ma a farne le spese è stato lui, nato il 24 settembre del 2004 a Pozzuoli, residente nel quartiere periferico di Pianura, e morto sulla via degli chalet del capoluogo partenopeo.

Uno dei colpi di pistola esplosi - due o tre quelli avvertiti da una pattuglia della Guardia di Finanza che poi ha avvisato la Polizia di Stato - ha però raggiunto lui, che sognava di aprire una pizzeria e che invece ha trovato la morte per colpa di un balordo. Un singolo colpo che non gli ha lasciato scampo. Conoscenti lo hanno accompagnato all'ospedale Vecchio Pellegrini dove i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Nel frattempo sul lungomare arrivava l'ambulanza del 118, ma lui già non c'era più. Chi era con la vittima ha descritto la scena agli investigatori: il ragazzo che estrae il revolver, spara, prima in aria poi ad altezza d'uomo. Francesco Pio si accascia tra la folla di giovani tra l'attonito e il terrorizzato. La Procura già ieri ha disposto il sequestro della salma sulla quale sarà eseguita l'autopsia. A raccontare chi era il figlio e quali erano le sue aspirazioni è stata la madre, Concetta Napoletano, intervistata ieri da diversi media: "un ragazzo d'oro, un lavoratore", dice la donna, devastata dal dolore, che chiede "giustizia" per Francesco Pio ma anche "per tutti i figli di Napoli morti senza un motivo".

E' stato colpito al petto mentre mangiava noccioline con un paio di amici, Francesco Pio Maimone, il giovane estraneo a una lite per futili motivi e morto la notte tra domenica e lunedì scorsi, davanti a un chiosco sulla strada degli chalet del lungomare di Napoli. Lo ha detto il primo dirigente Alfredo Fabbrocini, capo della Squadra Mobile, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta stamattina in Questura. Per quel grave fatto di sangue è stato sottoposto a fermo un ragazzo ritenuto colui che ha sparato con una rivoltella alcuni colpi in aria e poi anche uno ad altezza d'uomo, uccidendo Maimone.

A Francesco Pio Valda (il cui padre, deceduto, apparteneva al clan Aprea-Cuccaro) la Squadra Mobile e la Procura di Napoli (sostituti procuratori Claudio Onorati e Antonella Fratello) contestano l'omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose. A fronteggiarsi sono stati due gruppi di giovani, tra 19 e 20 anni (una decina di persone ma quelli che si sono sfidati erano due-tre), provenienti da diversi quartieri della città, San Giovanni Teduccio-Barra da una parte e rione Traiano dall'altro. E a farne le spese è stato un ragazzo di Pianura che con quell'alterco non aveva nulla a che fare. "Abbiamo ragione di ritenere che non si sia accorto di nulla - ha spiegato il dirigente della Mobile - di quanto stesse accadendo intorno a lui". "L'autore del reato viene da una famiglia mafiosa e ci sono elementi che possono ricondurre queste dinamiche a un contesto di criminalità organizzata". La videosorveglianza della zona non ha consentito agli investigatori di vedere il momento in cui sono stati esplosi i colpi ma ha consentito di delineare la dinamica della lite. L'arma, verosimilmente un revolver, inoltre, non è stata ancora trovata.

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