Il 6,8% delle donne, secondo l’Istituto nazionale di statistica, ha ricevuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni attraverso i social network e all'1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti o minacciosi o offensivi. Più del 44% delle molestie sui social si è ripetuto più volte per le donne. Sono tra i dati emersi nel convegno "Prevenire e difendersi dalla violenza digitale di genere", organizzato dal Comitato diritti umani e civili e dalla Consulta femminile nel Consiglio regionale del Piemonte, collegato alla Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Su 42.143 post e tweet analizzati da Amnesty International, nel rapporto “Il barometro dell’odio 2020 - Sessismo da tastiera", più di 1 su 10 (14%) è offensivo, discriminatorio o hate speech. Guardando ai soli casi di hate speech, se ne trovano quasi 1 su 100 (0,7%). Il 25,6% dei commenti offensivi e discriminatori riguarda il tema donne e i diritti di genere, il 23,2% sono messaggi sessisti. Secondo un rapporto di Women's Aid, il 45% delle vittime di violenza domestica ha subito una qualche forma di abuso online, mentre il 48% è stato oggetto di molestie o abusi online finita una relazione. Nel 2019 è stato rilevato un aumento mondiale del 67% annuo dell'uso di programmi di monitoraggio su dispositivi mobili. I Paesi europei più colpiti sono Germania, Italia e Francia. "Come Consiglio regionale - ha affermato il presidente dell'Aula, Stefano Allasia - non intendiamo sottrarci all'impegno a cui ci richiamano gli esperti del Consiglio d’Europa. Alle istituzioni come il Consiglio regionale il compito di continuare con convinzione il lavoro fondamentale che da tempo stiamo portando avanti con gli scuole e giovani generazioni, anche con l’aiuto delle famiglie". Per Sara Zambaia, vicepresidente del Comitato diritti umani e civili della Regione Piemonte "ciò che emerge e colpisce è la vasta tipologia di violenze". "È giusto, intelligente e opportuno organizzare un convegno come questo, per affrontare il problema" ha commentato Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato diritti umani e civili della Regione. Secondo Ornella Toselli, presidente Consulta femminile regionale "anche il legislatore deve rincorrere le repentine evoluzioni del digitale". "La presenza continua e permanente degli strumenti digitali nella nostra vita - ha aggiunto Fabiola Silvestri, dirigente polizia postale e delle comunicazioni di Piemonte e Valle d’Aosta - rende alcuni fenomeni criminali, più insidiosi e di maggiore lesività". Barbara De Toma, dirigente divisione anticrimine polizia, segnala che sono "tre i tipi di ammonimento del Questore. Quasi sconosciuto quello per cyberbullismo, introdotto nel 2017. L'ammonimento per stalking introdotto nel 2009, insieme al delitto per stalking, richiede l'istanza della persona offesa, quindi è meno diffuso di quello per violenza domestica, introdotto dal 2013, per cui si procede d’ufficio". Secondo Manuela Monti, Centro studi di informatica giuridica (Csig) di Ivrea, "l'odio in rete colpisce spesso donne che ricoprono posizioni di potere". Per Elena Ferrara, Comitato regionale Diritti umani e civili, "i ragazzi dicono che il cyberbullismo è tra le forme più gravi della violenza in rete". "La violenza digitale - dice Pierangela Peila Castellani, direttivo Telefono Rosa Piemonte - annienta ogni relazione, colpisce la donna nel suo essere persona". "L'indice sull'uguaglianza di genere assegnato all’Italia nel 2021, pari a 63,8 su 100, ci colloca al 14/o posto tra i 27 Stati Ue con 4,2 punti sotto la media" riferisce Giovanna Perino, Istituto ricerche economico sociali del Piemonte (Ires).
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Consiglio Regionale del Piemonte