L'auspicio dei vertici delle società coinvolte nel progetto di collegamento intervallivo di Cime Bianche che la Regione finanzi al 100% l'opera "ci pare grave, alla luce delle valutazioni da effettuare per gli investimenti dei prossimi anni, non solo per gli impianti a fune ma per tutti gli interventi necessari allo sviluppo della Regione e alle necessità primarie della popolazione". Lo scrive in una nota il gruppo consiliare di Progetto civico progressista, alla luce di quanto emerso durante le due commissioni regionali competenti in cui è stato illustrato lo studio di fattibilità.
"I vertici delle Società - viene precisato nella nota - hanno auspicato che la copertura finanziaria dell'intera opera (oltre 114 milioni oggi previsti per la soluzione n.5 proposta dallo studio e che pare essere quella su cui concentrare l'attenzione), nello studio prevista all'80% a carico della Regione e 20% attraverso mutuo societario, sia invece sostenuta per il 100% dalla Regione, attraverso lo strumento di una legge speciale come accaduto per Skyway".
Inoltre, "non si può - prosegue la nota - non tener conto della indicazione che viene dallo studio Deloitte, appena consegnatoci e ancora da approfondire, di operare per la creazione di un'unica società per gli impianti a fune regionali".
Durante l'audizione dei vertici di Monterosa e Cervino "è emerso che non è stato effettuato un approfondimento normativo, in quanto non espressamente richiesto, e che per le Società è sufficiente il pronunciamento dell'Avvocatura regionale, che a nostro avviso non ha esaurito la questione del divieto previsto dal decreto ministeriale del 2007. Insomma si continua a discutere di un impianto da costruire senza avere la certezza di poterlo fare: come se un cittadino decidesse di progettare la propria casa su un terreno di cui non sia certa l'edificabilità!", aggiungono le consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli.
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