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Approvata mozione su contenimento della peste suina africana

Approvata mozione su contenimento della peste suina africana

Atto a firma di Castellari, Puletti e Mancini (Lega)

PERUGIA, 05 marzo 2024, 16:29

Redazione ANSA

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L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato con voto unanime, bipartisan, dei presenti (11) la mozione a firma Marco Castellari, Manuela Puletti e Valerio Mancini (Lega) sul "Miglioramento della normativa regionale autorizzativa, per l'apposizione di recinzioni negli allevamenti suinicoli regionali, volte a contenere la diffusione della Peste suina africana in Umbria".
    La Giunta - riferisce un comunicato della Regione - viene impegnata dunque ad "aprire un confronto con gli organismi competenti, volto ad una revisione della normativa regionale in materia, per rendere più agevole l'attività e le misure di contrasto alla diffusione della Peste suina africana negli allevamenti bradi o semi-bradi operati su tutto il territorio regionale".
    Approvato, sempre all'unanimità dei presenti un emendamento di Thomas De Luca (M5s) volto a "finalizzare le risorse del Csr, nonché quelle da individuare nella progettazione dei bandi di filiera per la zootecnia, al sostegno economico verso gli allevatori finanziando l'installazione di dispositivi e recinzioni idonei alla protezione degli allevamenti estensivi".
    Illustrando l'atto in Aula, Castellari ha spiegato che "la peste suina africana è una malattia virale, che in Italia ha fatto la sua comparsa agli inizi del 2020, sia all'interno degli allevamenti suinicoli domestici che nella popolazione selvatica rappresentata dalla specie cinghiale. Il ministero della Salute ha adottato misure inderogabili di base, su cui tutte le Regioni sono state chiamate ad attivare misure di sorveglianza e contenimento speciali. Con la Dgr.706 del 13 luglio 2022 'Piano di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della Peste suina africana nei suini d'allevamento e nella specie cinghiale - anni 2022-2026 (Priu)', la Regione Umbria ha adottato i provvedimenti contenuti nella normativa nazionale fornendo nel corso del 2023 le indicazioni operative di attuazione. È stato predisposto un bando finalizzato ad incentivare interventi all'interno degli allevamenti suinicoli allo stato brado o semibrado, che prevengano la diffusione di patologie di natura sanitaria come la Psa. Con questo bando sono stati concessi contributi in conto capitale agli imprenditori agricoli che hanno realizzato specifiche misure di biosicurezza mediante la realizzazione di idonei sistemi di recinzione (recinzioni doppie con adeguata capacità di resistere alle pressioni esercitate dai cinghiali) volti a prevenire il contatto degli animali allevati con i cinghiali. Sono stati finanziati interventi per oltre trecentomila euro, nelle dodici aziende aderenti al bando stesso".
    "Il 'Testo unico Governo del territorio e materie correlate', unitamente alle disposizioni inserite nel Regolamento attuativo numero 02/2015 - ha detto ancora il consigliere - sembrerebbe essere un elemento ostativo, che renderebbe solo parzialmente efficace l'attuazione e la realizzazione degli interventi ammessi a finanziamento, poiché l'interramento delle recinzioni sembrerebbe essere non sufficientemente adeguato a contenere l'imperversare delle scorribande dei cinghiali all'interno degli allevamenti suinicoli, allo stato brado o semi-brado. A seguito di interlocuzioni avvenute con i rappresentanti delle federazioni regionali di prodotto appartenenti alle associazioni agricole umbre di categoria, è emersa la necessità impellente di avviare un confronto con gli organismi preposti per superare questo appesantimento burocratico, che sembrerebbe essere dirimente affinché le misure adottate, quali soprattutto le recinzioni doppie interrate, possano essere concretamente fattive per evitare il contagio e la diffusione della Psa all'interno della popolazione suinicola regionale".
    Secondo i consiglieri della Lega "sarebbe auspicabile avviare una riflessione approfondita e propedeutica eventualmente a una modifica della normativa regionale in materia maggiormente rispondente, ove possibile, alle esigenze e alle criticità che, quotidianamente, le imprese coinvolte toccano con mano.
    Chiediamo quindi alla Giunta di aprire un confronto con gli organismi competenti, volto ad una revisione della normativa regionale in materia, per rendere più agevole l'attività e le misure di contrasto alla diffusione della Peste suina africana negli allevamenti bradi o semi-bradi operanti su tutto il territorio regionale".
    Thomas De Luca (M5s) ha sottolineato che "si tratta di un argomento già affrontato negli scorsi anni in commissione e sul quale - ha ricordato - ho già presentato una analoga mozione.
    Trovo condivisibili le istanze poste all'interno del documento.
    È imprescindibile tutelare gli allevamenti estensivi perché significa tutelare il nostro patrimonio culturale. Il modello umbro non può prescindere dal permettere agli allevatori di tutelare i propri allevamenti".
    Per Vincenzo Bianconi (Gruppo misto), "bene la decisione dei consiglieri della Lega di accendere i riflettori su un tema che due anni fa caratterizzò una mia mozione sul rischio della peste suina che derivava da quanto stava accadendo in Piemonte e Liguria e dal lavoro che facemmo in commissione. Ma la mia proposta fu bocciata da quest'Aula. Intorno alla produzione dei prodotti suinicoli l'Umbria vanta un mercato fiorente. Voterò questa proposta, ma invito il presidente Mancini a riprendere e sviluppare nuovamente l'argomento in Seconda commissione elaborando un'ulteriore Proposta di risoluzione che preveda tutti gli aspetti della gestione della peste suina. Si tratta di un tema da riprendere nella sua completezza".
    Valerio Mancini (Lega) ha spiegato: "Ho convintamente firmato questa mozione. Il mondo, non solo agricolo, ma anche imprenditoriale non si rende conto del rischio che può derivare dalla peste suina. In Commissione ci siamo occupati del tema in modo costante. I nostri cinghiali, ormai ibridati, arrivano a riprodursi due volte all'anno. In Italia ci sono oltre 1milione 800mila capi e gran parte di essi dovranno essere soppressi.
    Paghiamo, seppure in maniera insufficiente, milioni di euro di danni agli agricoltori e agli automobilisti per i danni procurati da questa specie. È necessario dare pieno sostegno ad ogni misura che prevenga i rischi. Importanza altissima assumono le reti protettive fissate a terra per le quali è necessario prevedere altezze maggiori ed adeguate a salvaguardare allevatori e agricoltori".
   

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