Condanne per 23 imputati, con pene
che vanno da un anno e quattro mesi di reclusione a tre anni e
quattro mesi, sono state chieste dalla Procura di Perugia
nell'ambito del processo che vede coinvolte una trentina di
persone per la presunta manipolazione di concorsi banditi
dall'Azienda ospedaliera di Perugia e dall'Usl Umbria 1.
Tra gli imputati l'ex presidente della Regione Umbria,
Catiuscia Marini e l'allora sottosegretario all'Interno e
segretario regionale del Partito democratico Gianpiero Bocci.
Per entrambi i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario
Formisano avevano chiesto ieri l'assoluzione dall'accusa di
associazione per delinquere.
L'inchiesta nel 2019 portò alle dimissioni della presidente
della Regione Umbria, che oggi non era presente in aula durante
la requisitoria e le richieste dei pm.
Per lei i sostituti procuratori hanno chiesto oggi una
condanna a due anni di reclusione. Due anni e tre mesi, invece,
la richiesta dei pm per Giampiero Bocci, per il quale nella
requisitoria i pm hanno chiesto l'assoluzione dall'accusa di
avere rivelato alcuni particolari dell'indagine.
Resta l'accusa di associazione per delinquere, invece, per
Luca Barberini, ex assessore regionale alla sanità, per il quale
sono stati chiesti tre anni e quattro mesi. Tra le altre
richieste di condanna quelle di 1 anno e cinque mesi per Emilio
Duca, ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia.
Richiesta di assoluzione per l'accusa di peculato, invece, per
Maurizio Valorosi, ex direttore amministrativo dell'Azienda
ospedaliera di Perugia per il quale è stata chiesta la condanna
a quattro mesi per associazione per delinquere e che è stato già
stato condannato a due anni (pena sospesa) in seguito a un
patteggiamento. Sette, invece, gli imputati per i quali la
Procura di Perugia ha chiesto l'assoluzione da ogni accusa.
Per i pubblici ministeri titolari dell'inchiesta, l'indagine
ha fatto emergere come nel tempo, da parte di alcuni degli
imputati, fosse stata creata "una vera e propria rete di sistema
attraverso cui condizionavano gran parte dei concorsi pubblici
gestiti gestiti dall'Azienda ospedaliera di Perugia e da altre
aziende sanitarie umbre, impartivano le direttive attraverso i
vertici aziendali di nomina politica, affinchè i concorsi
pubblici venissero manipolati a favore dei candidati indicati da
loro stessi".
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