Si è svolta domenica a Perugia
l'annuale assemblea degli iscritti di Associazione stampa umbra,
insieme a quella dell'Ordine dei giornalisti, che ha approvato
all'unanimità il bilancio consuntivo 2023 e di previsione 2024.
Il documento consuntivo, come era già stato ampiamente
preannunciato, chiude "con una passività, dovuta al mancato
trasferimento dei corrispettivi per i servizi Inpgi conseguenti
alla chiusura, come noto, dell'istituto previdenziale dei
giornalisti italiani". Lo ha reso noto l'Asu in un comunicato.
"Con una condotta attenta e rigorosa siamo comunque
riusciti a contenere sensibilmente la perdita", ha detto il
presidente Massimiliano Cinque. "Abbiamo posto in essere - ha
aggiunto - una serie di interventi utili a contenere tutte le
spese, prima fra tutte, su nostro impulso, il cambio della sede
di Asu e Odg che già nel 2023 ci ha fatto risparmiare per sei
mesi notevoli risorse e che nel 2024, con l'entrata a regime
della nuova sede di Via Martiri dei Lager comporterà risparmi
per oltre il 50 per cento".
L'assemblea è stata "anche e soprattutto" l'occasione per
discutere dei problemi della categoria, a cominciare dalle leggi
bavaglio e dalla libertà di stampa. Il presidente - prosegue la
nota - ha sottolineato "la mancanza di normative efficaci che
limitino la possibilità indiscriminata degli editori di operare
riduzioni di personale e di testate, mentre aumentano di contro
le leggi che imbrigliano la possibilità dei giornalisti di
svolgere compiutamente il diritto di cronaca in favore di una
piena e libera informazione al cittadino". "Siamo ormai entrati
nella fase in cui non basta più discutere dei problemi, di cui
abbiamo tutti piena consapevolezza, ma occorre operare", ha
affermato il presidente dell'Assostampa umbra. "Due - ha
proseguito - sono i capisaldi da difendere: il lavoro e le
retribuzioni. Su queste due colonne si impianta e cresce
l'edificio dei diritti che contiene l'abbattimento del
precariato, la libertà di stampa, il diritto di cronaca,
l'eliminazione delle querele bavaglio, la modifica delle leggi
che limitano la professione, il rilancio delle imprese
editoriali, il governo dei processi legati all'intelligenza
artificiale".
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