/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Le macchine potrebbero sostituire 7 milioni di lavoratori

Le macchine potrebbero sostituire 7 milioni di lavoratori

Stima per l'Italia in "Rischi di automazione delle occupazioni"

TRENTO, 30 novembre 2021, 13:54

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/EPA

© ANSA/EPA
© ANSA/EPA

In Italia, nei prossimi anni, tra i quattro e i sette milioni di lavoratori e lavoratrici potrebbero essere sostituiti dalla tecnologia. Le donne sarebbero meno esposte al rimpiazzo perché impiegate in settori (come scuola dell'infanzia, cura e assistenza) in cui è meno elevato l'impiego di robot. Il personale addetto a contabilità, consegne, casse dei negozi, centralini, portierato e assemblaggio è invece tra le categorie professionali più esposte al rischio di automazione. Sono alcune delle indicazioni che emergono dallo studio "Rischi di automazione delle occupazioni: una stima per l'Italia", pubblicato sul numero 3 della rivista "Stato e Mercato" a firma di Mariasole Bannò (prima Università di Trento, ora Università di Brescia) con Emilia Filippi e Sandro Trento (Università di Trento).
    In base al metodo applicato, la quota di lavoratori e lavoratrici ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico nei prossimi anni in Italia varia tra il 33% (7,12 milioni di persone) e il 18% (3,87 milioni).
    La perdita di posti di lavoro e la marginalizzazione di alcune tipologie professionali sono un pericolo in Italia ed è per questo che la ricerca si conclude con l'indicazione di tre tipi di intervento. Il primo è creare nuovi posti di lavoro con attività non automatizzabili per offrire occupazione a chi è stato rimpiazzato dalla tecnologia e proteggerlo dal rischio di ulteriore sostituzione. Il secondo è legato all'istruzione e alla formazione pre-ingresso e durante l'intera vita lavorativa.
    Infine, Bannò, Filippi e Trento si concentrano sul veloce aumento dell'automazione delle professioni che si osserva anche in Italia: "La rapidità con quale le nuove tecnologie sembrano distruggere posti di lavoro rende necessaria una riflessione sul sistema di sostegno generalizzato al reddito di chi perde lavoro".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza