/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Israele oscura la diretta video Ap su Gaza, ira Usa 

Israele oscura la diretta video Ap su Gaza, ira Usa 

Wp: 'Verso un'offensiva limitata a Rafah col sì di Washington' 

TEL AVIV, 21 maggio 2024, 20:28

Redazione ANSA

ANSACheck

Smoke rises from the Gaza Strip © ANSA/EPA

Tra Israele e gli Usa si apre un nuovo fronte, questa volta sull'agenzia americana Ap. Il network ha denunciato "nei termini più forti" il sequestro da parte di funzionari del ministero delle Comunicazioni israeliano di sue attrezzature, impedendo così un diretta video su Gaza. La mossa ha provocato la reazione indignata sia della Casa Bianca sia dell'Onu. "Il sequestro - ha denunciato l'Ap - non è stato basato sul contenuto del feed ma piuttosto sull'uso abusivo da parte del governo israeliano della nuova legge sulle emittenti straniere. Esortiamo le autorità israeliane - ha affermato Lauren Easton, vicepresidente delle comunicazioni aziendali - a restituire le nostre attrezzature e a consentirci di ripristinare immediatamente il nostro feed live in modo da poter continuare a fornire questo importante giornalismo visivo a migliaia di media in tutto il mondo". Il ministero delle Comunicazioni - retto da Shlomo Karhi, membro del Likud di Netanyahu - ha risposto che "i fotografi dell'agenzia riprendevano regolarmente Gaza dal balcone di una casa a Sderot, concentrandosi anche sulle attività dei soldati dell'Idf e sulla loro posizione. Anche se gli ispettori del ministero li avevano avvertiti che stavano infrangendo la legge e che avrebbero dovuto impedire ad Al Jazeera di ricevere i loro contenuti, hanno continuato a farlo". Secondo Ynet, che ha citato fonti dell'ufficio del premier, Benyamin Netanyahu non sarebbe stato informato in anticipo della confisca. Fatto sta che la Casa Bianca ha definito "preoccupante" la mossa, preannunciando che "esaminerà la questione". "Siamo saldi nella nostra convinzione - ha detto la portavoce Karine Jean-Pierre - che i giornalisti abbiano la capacità e il diritto di fare il loro lavoro". Mentre l'Onu ha definito "scioccante" la vicenda. Anche il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha parlato di "un atto di follia nei confronti dell'Ap, la più grande agenzia di notizie del mondo. Non è Al Jazeera - ha aggiunto - ma un media Usa che ha vinto 53 premi Pulitzer". Intanto, secondo l'analista David Ignatius che ne ha riferito sul Washington Post, Israele avrebbe deciso un'operazione a Rafah più "limitata" rispetto ad un'azione su larga scala con due divisioni dopo quella "mirata" già in atto nella città. Un'operazione che comporterebbe meno vittime civili e che per questo sarebbe accolta con favore dagli Usa. Ma, al tempo stesso lascerebbe intatto l'obiettivo di sbaragliare i battaglioni di Hamas da parte dell'Idf, che continua ad operare con forza nella zona. Secondo i media l'artefice del risultato è stato il Consigliere nazionale per la sicurezza Usa Jake Sullivan che dopo Riad è arrivato in Israele. Non a caso la Casa Bianca ha parlato di discussioni "costruttive, dettagliate" su Rafah tra Sullivan e la leadership israeliana. Ignatius ha scritto anche che fonti non specificate della difesa israeliana hanno concordato sul dopo Hamas a Gaza: forze locali, sostenute da Paesi arabi moderati (Egitto, Giordania, Emirati e Arabia Saudita) con una forza "di sicurezza palestinese". Una linea in parte simile a quella del ministro della Difesa Yoav Gallant e del ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz, entrambi incontrati da Sullivan. A meno che, ha aggiunto Ignatius, non rovini tutto l'azione della Corte penale internazionale dell'Aja. Lo stesso segretario di stato Usa Antony Blinken ha bollato l'iniziativa del procuratore della Cpi Karim Khan come "una battuta d'arresto" alla "possibilità" di una tregua a Gaza. Gantz e Gallant stanno comunque proseguendo nella loro tenaglia nei confronti di Netanyahu. Entrambi hanno chiesto un'immediata riunione del Gabinetto di guerra per discutere lo stallo nella trattativa per il rilascio degli ostaggi israeliani.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza