Seduta nervosa per le Borse
asiatiche, in ordine sparso ma con una prevalenza di segni meno
mentre la crisi in Ucraina continua a tenere sulle corde gli
investitori. Tokyo ha chiuso in calo dello 0,4%, Sydney
dell'1,02% mentre Hong Kong, ancora aperta, cede l'1,2%. Poco
mossa Seul (+0,02%) mentre Shanghai è salita dello 0,7% e
Shenzhen dello 0,4%.
Positivi invece i future sull'Europa e Wall Street, reduce
ieri da una seduta disastrosa, mentre l'oro, bene rifugio per
eccellenza, sale dello 0,3% a 1.892 dollari l'oncia. Le Borse
cercano di aggrapparsi alla speranza che tra Russia e Ucraina
prevalga la diplomazia, guardando ai colloqui tra Washington e
Mosca previsti per la prossima settimana.
Per i mercati azionari mondiali quella che si sta chiudendo
potrebbe essere la seconda settimana consecutiva con il segno
meno: oltre alla crisi Ucraina pesano i timori per il
progressivo venir meno della politica monetaria espansiva delle
banche centrali, impegnate a frenare un'inflazione galoppante.
Ad accentuare la volatilità, in una giornata priva di grandi
spunti sul fronte macroeconomico, sono circa 2,2 trilioni di
dollari di opzioni che scadono oggi. Intanto il petrolio
continua a ritracciare (-0,8%), con il wti sceso a 91 dollari al
barile e il brent poco sopra i 92 dollari, alla luce del
possibile aumento della produzione iraniana in caso di accordo
sul nucleare.
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