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Polemica su Pio e Amedeo. Comunità ebraica Roma: 'Da loro troppa superficialità'

Polemica su Pio e Amedeo. Comunità ebraica Roma: 'Da loro troppa superficialità'

Salvini li cita per replicare su Fedez: 'Se libertà esiste esiste per tutti'

ROMA, 02 maggio 2021, 10:33

Redazione ANSA

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Pio e Amedeo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pio e Amedeo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Pio e Amedeo - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Penso semplicemente che abbiano voluto affrontare un tema importante con eccessiva superficialità dicendo che basta ridere in faccia a chi ti insulta". Questo è uno dei passaggi con cui la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha commentato su Facebook le polemiche nate dopo l'esibizione di Pio e Amedeo in cui hanno lanciato un'invettiva contro il "politically correct".

"Non so se il termine ironia sia il più corretto, la mia idea è che si possa ridere su tutto, ma con il limite del buon senso e della coscienza del valore delle parole - scrive la presidente -. Nella tradizione ebraica il mondo viene costruito con la parola e attraverso le parole possiamo distruggerlo. Non è vero che il problema sia l'intenzione che si mette, il tema sono le parole per il significato che assumono e per ciò che contribuiscono a creare nell'ambiente in cui viviamo. Si può scherzare su tutto? Certo, lo hanno fatto comici veri e di livello, consapevoli dell'importanza della parola e degli effetti che ha prodotto nella storia. Sdoganare l'aggettivo ebreo con il significato di tirchio per esempio, può sembrare rivoluzionario solo agli ignoranti che non conoscono le cose. Non conoscono la ragione storica su come nasca un pregiudizio e di come la somma di questi pregiudizi, espressi attraverso le parole, abbia creato le condizioni affinché per esempio nel novecento, milioni di persone volgessero lo sguardo altrove, mentre altri come noi venivano sistematicamente sterminati".

"Le parole", continua Dureghello, "sono il preludio della violenza". "Questa è la difesa della libertà di tutti, non razzismo al contrario o difesa di alcune minoranze - sottolinea -. Anche quella di un bambino del sud che si trasferisce al nord e non deve accettare gli insulti contro i meridionali solo perché così lo hanno deciso Pio e Amedeo". "Chi difende la licenza a insultare - conclude - non difende la libertà d'espressione, ne limita l'esercizio a chi è vittima della violenza".

"Nell'ultima puntata della trasmissione 'Felicissima sera' su Canale 5, Pio e Amedeo 'scherzano' su ebrei, neri, omosessuali. Vorrebbero sdoganare un linguaggio pieno di pregiudizi svelando l'ipocrisia della maggioranza che censura le parole e non si occuperebbe dei fatti. In realtà, le parole sono già fatti. Le parole e il linguaggio sono pietre, che creano cultura, o meglio subcultura, e ripetute all'infinito diventano senso comune". Lo dichiara in una nota Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta contro l'antisemitismo, a proposito dell'intervento dei due comici. "In questo caso, additano "gli ebrei" come fossero tutti uguali, un'intera categoria di "avari": il primo passo per spogliare le persone della loro individualità e esporle al pregiudizio. Soprattutto, ricalcano i vecchi schemi delle offese antisemite, dimenticando o ignorando che proprio attraverso questi insulti che non fanno ridere si riesce a colpire le persone in quanto tali. Amedeo non mostra coraggio opponendosi al politically correct, ma dà voce all'ignoranza e la rabbia di chi si nasconde dietro luoghi comuni dimenticando quanto parole banali, stereotipate e offensive creino una realtà di discriminazione. Discriminazione che divide "noi" da "loro" e che porta e ha portato, quella sì, sicuramente alla violenza nei "fatti"", conclude.

Le critiche ai due comici sono state tirate in ballo anche da Matteo Salvini nel commentare le parole di Fedez dal palco del concerto del Primo Maggio. "Litigare non serve: è un momento drammatico per tante famiglie, io cerco di costruire. Se tu volessi invitare Fedez io sono a disposizione per vederci. Le frasi che ho sentito sono disgustose: chi augura la morte a chiunque va curato. Io stesso ricevo minacce. Poi chi aggredisce un omosessuale, un nero rischia già 16 anni di galera. Non mi spiego censura a Pio e Amedeo, se libertà esiste esiste per tutti", ha detto il leader della Lega a Domenica Live.


   

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