(di Marzia Apice)
WINSTON CHURCHILL, SAVROLA. CONTRO IL
DITTATORE DELLA LAURANIA (Gallucci, pp.224, 14.50 euro)
"Se qualcuno, un giorno, vorrà consultare gli annali della
Repubblica di Laurania, leggerà che, una volta cessato il
tumulto, il cuore del popolo tornò a battere per l'esule
illustre che un tempo gli aveva donato la libertà, e che esso
aveva tradito nell'ora della vittoria". Un intero Paese
sull'orlo di una guerra civile, un presidente-dittatore che
soffoca e umilia il suo popolo, un combattente eroico che guida
la rivolta verso una rivoluzione tanto necessaria quanto incerta
per esiti e prospettive: è senza dubbio la drammatica attualità
uno dei principali meriti di "Savrola", romanzo firmato da
Winston Churchill e proposto in libreria da Gallucci a partire
dal mese di agosto. Con la traduzione e la postfazione di
Daniele Tinti, il libro - unico romanzo di Churchill, pubblicato
a puntate nel 1899 - è ambientato nell'immaginario Paese di
Laurania e ha per protagonista il personaggio di Savrola, eroe
coraggioso a capo dell'opposizione che contrasta il dispotico
presidente Molara. In questa coinvolgente lettura quello che
colpisce non è soltanto la capacità del grande statista
britannico - che fu anche scrittore prolifico e vinse il Nobel
per la letteratura nel 1953 - di rendere sulla pagina tutta
l'emozione e il ritmo di scene d'azione e di rivolta,
descrivendo in maniera molto realistica alcuni dei meccanismi
più subdoli del potere e della sua gestione e i sentimenti del
popolo, ma soprattutto il fatto di aver usato questo romanzo per
esprimere in modo condensato la "sua" visione politica. Quando
scrisse "Savrola", Churchill era poco più che ventenne,
impegnato in imprese militari che lo portarono in India, Grecia,
al confine tra India e Afghanistan, e poi ancora in Africa:
nelle lettere alla famiglia raccontò le scene di crudeltà a cui
dovette assistere, e nel libro tante sono le battaglie
descritte, tuttavia il romanzo gli diede l'opportunità di
scrivere - pur partendo dalla finzione letteraria - il suo primo
saggio politico. Come spiega Tinti nella postfazione, "La
rivoluzione che scoppia in Laurania rappresenta la rivoluzione
in generale: la Laurania è un paese simbolo, e la sua indistinta
nazionalità vuol rappresentare il concetto di nazionalità in
astratto. Churchill inventa una repubblica immaginaria proprio
come Platone fa nella sua Repubblica, e per le stesse ragioni:
descrivere il funzionamento non di una repubblica in
particolare, ma della Repubblica in generale, con le sue
passioni civili, le sue faziosità e i suoi paradossi sociali".
Nel libro infatti emergono di Churchill l'idealismo in primis,
accanto alla lungimiranza e alla necessità di un inevitabile
compromesso tra i princìpi e il realismo politico: emblematico
in questo senso è proprio il protagonista, un
combattente-filosofo, che crede nella democrazia e ha rispetto
per la Costituzione della Laurania, ma che resta scettico sulle
effettive prospettive di giustizia sociale. Savrola "impiega
tutte le sue risorse per sovvertire un ordine ingiusto, ma il
nuovo ordine, alla fine, è ingiusto verso di lui. Al principio
del romanzo è 'generoso, audace ed elevato' - scrive ancora
Tinti - alla fine è un uomo deluso, ma che compensa la sua
delusione - da cui il titolo del capitolo conclusivo - con una
vita privata felice".
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