/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Riccardo Milani, faccio cinema solo per parlare al pubblico

Riccardo Milani, faccio cinema solo per parlare al pubblico

Regista ad Ansa Incontra, giro il mio prossimo film in Sardegna

ROMA, 23 maggio 2024, 19:30

di Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Il mio prossimo film? Non si discosta molto dall'ultimo, alla fine è quell'umanità lì che mi piace e voglio raccontare". Ad anticiparlo all'ANSA è Riccardo Milani, il regista che tante volte ha scelto di portare le sue storie nell'"altra" Italia, quella lontana dai grandi centri, fatta di periferia, di grandi paesaggi, di storie di resilienza (umana ed esistenziale). Come il suo ultimo film, Un mondo a parte con Antonio Albanese e Virginia Raffaele, che ancora una volta incontra i monti abruzzesi come scenario, in particolare Pescasseroli (AQ), e che con oltre 7 milioni di euro di incasso è a oggi la pellicola italiana più vista del 2024. "Il prossimo sarà un film tutto al mare, tutto in Sardegna, e racconterà una storia di resistenza culturale umana", prosegue il regista, ospite del nuovo Ansa Incontra dal titolo La valorizzazione dei borghi italiani, promosso da Associazione Civita in collaborazione con l'Agenzia, visibile on line su Ansa.it e moderato da Elisabetta Stefanelli, caporedattrice della redazione Cultura e Spettacolo dell'Agenzia. Ospiti con lui a parlare del futuro dei borghi e del Paese, Simonetta Giordani, Segretario Generale Associazione Civita, e l'amministratore delegato di Cinecittà S.p.A., Nicola Maccanico. "Ho cominciato a fare questo mestiere - racconta Milani - con un regista che parlava al pubblico, che era Mario Monicelli, e che aveva il pubblico come obiettivo. Io poi faccio questo mestiere anche per dire delle cose. Forse quelle che non so dire bene nella vita, ma che riesco invece a dire attraverso storie e racconti. Cerco sempre di stare con il pubblico, anche quando il film esce, perché poi è lì la vera prova, se uno è riuscito a fare bene il proprio mestiere. E con Un mondo a parte ho sentito reazioni umane sorprendenti. Evidentemente quando si parla di coraggio, di comunità, di solidarietà, parole spesso abusate, però, ecco, sono cose che ti toccano, soprattutto oggi che siamo ormai abituati a camminare a testa bassa, con ritmi assurdi. Tutto questo, però, l'abitudine al peggio, ha cominciato a stancare il pubblico. C'e la possibilità di recuperare certi valori. E mi fa piacere, perché chi fa questo mestiere, ma anche chi fa letteratura o teatro, non deve avere altro obbiettivo che le persone o si finisce per creare un vuoto, una specie di cratere in mezzo, che diventa culturale, umano, che spacca il paese e ne tira fuori gli aspetti per i peggiori. In questo il cinema ha un ruolo importante". Anche quando racconta una storia da favola, ma estremamente reale come quella di Un mondo a parte e di Rupe, paesino immaginario immerso nel Parco Nazionale d'Abruzzo, dove una preside e un professore arrivato dalla Capitale provano ogni stratagemma per evitare la chiusura della scuola a causa del calo demografico locale. "Perché l'Abruzzo? Con la regione il rapporto parte più di cinquant'anni fa - racconta Milani -. Con la Val di Sangro, che è la zona dove ho girato questo e altri film, da venticinque anni. C'è evidentemente un legame, un affetto, un'attrazione da parte mia. Di certo, c'è una parola cui sono legato da sempre: comunità. Ecco, lì si respira il senso di appartenenza che spesso nelle grandi città non è così usuale. Un segnale che mi pare di cogliere in questo momento, e il film lo racconta - aggiunge - è che i ragazzi hanno cominciato a capire che anche economicamente le attività del territorio possono dare una strada, indicare un percorso. L'agricoltura, l'allevamento, il turismo sono motori economici enormi. I ragazzi hanno capito che anche eticamente non perdono nulla, anzi forse guadagnano qualcosa".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza