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Il teorema di Margherita, ossessione matematica e amore

Il teorema di Margherita, ossessione matematica e amore

Dopo Cannes in sala il film della regista francese Novion

ROMA, 29 marzo 2024, 10:27

di Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Anche i nemici più convinti della matematica forse rivedranno questa loro idiosincrasia dopo aver visto Il teorema di Margherita in sala dal oggi con Wanted Cinema. E questo nonostante il film diretto da Anna Novion (Il viaggio di Jeanne) ne mostri gli stereotipi negativi tutti concentrati nella protagonista, ovvero Margherita (Ella Rumf), ragazza secchiona con tanto di occhiali e nessun trucco, ossessionata dalla risoluzione del teorema di Goldbach, considerato dagli esperti irrisolvibile.
    Un teorema, quest'ultimo, su cui deve presentare all'università una sua personale tesi di decrittazione con il sostegno del severo professor Werner (Jean-Pierre Darroussin).
    Ma le cose nell'aula magna dell'istituto non vanno bene, Margherita riempie sì un'enorme lavagna di simboli matematici (una scena che si ripete spesso in questo film), ma alla fine il risultato non arriva, come fa notare in aula con una certa perfidia un altro talento della materia, lo studente Lucas (Julien Frison).
    Un piccolo errore nel teorema che da una parte fa crollare l'autostima e la volontà di Margherita, ma che la mette anche finalmente in gioco nella vita reale. Molla così tutto e, di nascosto alla madre (Clotilde Courau), va a vivere in un appartamento con Noa (Conia Bonny), una ballerina piena di vita.
    Non solo, Margherita scopre anche che, grazie alla sua mente matematica, può guadagnare molti soldi giocando a Mahjong nelle bische clandestine di Parigi.
    È per Margherita un nuovo capitolo della sua vita fatto della scoperta del sesso, dei locali e del disimpegno, ma in questa nuova esistenza torna a un certo punto anche la matematica, questa volta accompagnata dall'amore.
    Dopo esser stato presentato al Festival di Cannes 2023 e aver ottenuto due candidature ai Cesar e vinto il premio per la miglior attrice esordiente andato ad Ella Rumpf, il film segna il ritorno alla regia, dopo alcuni anni di assenza, della regista Anna Novion.
    Dice quest'ultima: "Personaggi come quelli impersonati da Jean-Pierre Darroussin e Ella Rumpf sono ricorrenti nei miei film. Sono individui che si aggrappano alle loro certezze e che hanno paura di aprirsi agli altri. Poi succede qualcosa che li costringe a cambiare il corso delle cose, a lasciarsi andare e a trasformare la vulnerabilità in forza".
    E ancora la Novion: "Il mondo della matematica - e di conseguenza quello della Scuola Normale Superiore (o ENS) - è stato poco rappresentato nei film, così come lo è stata ancor di meno un'eroina matematica. Il mio incontro con Ariane Mézard, una delle poche e più grandi matematiche francesi, è stato decisivo. Siamo diventate amiche all'istante, ci siamo come comprese a vicenda, il che è stato molto commovente. È una donna sensibile, determinata, sincera e affabile. Irradia attorno a sé una forza incredibile insieme ad una forte vulnerabilità e una grande consapevolezza di sé, senza saccenza. È anche stata la prima persona che mi abbia mai parlato di matematica in senso artistico, incrociandola con la poesia, l'immaginazione e tutto ciò che mi spinge ad essere una regista. Mentre parlava della sua passione, era come se parlasse anche della mia".
   
   

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