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L'"Onegin" di Čajkovskij torna al teatro Massimo di Palermo

L'"Onegin" di Čajkovskij torna al teatro Massimo di Palermo

Dal 19 maggio in scena con la direzione del maestro Wellber

PALERMO, 17 maggio 2023

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"Tutti, almeno una volta nella vita, siamo stati Onegin". Lo afferma Julien Chavaz, il regista svizzero, per la prima volta a Palermo, che ha diretto l' "Evgenij Onegin" di Cajkovskij, in scena al Teatro Massimo da venerdì 19 maggio alle 20,00. L'opera più celebre del repertorio russo torna a Palermo dopo 24 anni. L'ultima volta nel 1999 era interpretata dal magico duo Mirella Freni e Nikolai Ghiaurov.
    Fortemente voluta dal direttore musicale del teatro, Omer Meir Wellber che di Cajkovskij è un interprete straordinario, l'opera vede in scena Carmen Giannatasio nel ruolo di Tat'jana. Il soprano è laureata in lingua e letteratura russa ed è una vera appassionata di Puskin, autore del romanzo da cui Cajkovskij con il fratello Modest e konstantin Silovskij trassero il libretto.
    "Si tratta di un personaggio complesso-afferma il regista Chavaz- Onegin corre verso la tragedia perché non si rende conto delle conseguenze delle sue azioni. Rifiuta l'amore di Tatiana, uccide in duello l'amico Lenskij, senza nemmeno avere la volontà di fargli del male. Arriva in ritardo al duello, non ha nemmeno un padrino, se ne pentirà troppo tardi. Dopo tre anni rincontra Tatiana, già sposata, e adesso si accorge di amarla, ma è troppo tardi. In questo non poter riavvolgere lo scorrere del tempo sta la nostra tragedia. E' un'opera sul tempo, dove troviamo giovani dai 15 ai 20 anni, nella campagna russa, che sbagliano, come sempre accade in quella età, quando si pensa solo a se stessi.
    Il dover dire che è troppo tardi riempie l'animo di nostalgia, ma il tempo, appunto, non torna indietro".
    Onegin è il baritono polacco Artur Rucinski, che con quest'opera ha avuto la sua consacrazione internazionale.
    Proprio con Onegin Omer Meir Wellber ha iniziato la sua collaborazione con Daniel Baremboim "E di questo - racconta il maestro - ho molta nostalgia. Ma amo profondamente Onegin perché è l'opera del destino. Le scelte fatte non si possono cambiare, mio padre diceva "ogni giorno che passa non torna". "Penso che a voi siciliani l'opera possa piacere in particolar modo -aggiunge Julien Chavaz - nel vostro modo di agire e di pensare siete sempre molto teatrali, e capisco che non sempre è un bene, ma il temperamento dei siciliani mi sembra abbastanza melodrammatico.
    Siete capaci di sentimenti forti e sapete esprimerli, cosa che nel nord Europa accade raramente".
    Ma quest'opera così raffinata ha "un fascino particolare- spiega il direttore Wellber - nella partitura troviamo la mano di un autore sinfonico come Cajkovskji, molto diverso dal bel canto, i cantanti intonano ma l'orchestra suona altra armonia.
    La grande trama dei personaggi è costruita in una società piena di ipocrisie, mentre la musica esprime una passionalità che è tipico dell'animo tormentato e sofferente di Cajkovskji".
    Le scene sono di Amber Vandenhocch, i costumi di Sanne Oostervink. In scena fino al 25 maggio.
   

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