L'aeroporto di Palermo è intestato
alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ora i
passeggeri potranno vedere i loro volti, che raccontano un
destino comune e due storie intrecciate sin dall'infanzia,
attraverso le immagini della mostra dell'ANSA "L'eredità di
Falcone e Borsellino" inaugurata nell'area di accesso alle
partenze dello scalo. L'esposizione, che sarà permanente, è
stata organizzata in collaborazione con la Gesap, la società che
gestisce i servizi aeroportuali, la Fondazione Federico II e la
Regione siciliana. "Viene così restituito il senso della
intitolazione a quei magistrati eroi a livello internazionale",
ha detto il prefetto Giuseppe Forlani.
Le foto vengono dagli archivi dell'ANSA e da album privati di
famiglia e raccontano, secondo il sindaco Leoluca Orlando, una
"cronaca che si è fatta storia". Quella inaugurata oggi è una
riedizione della mostra allestita dieci anni fa, inaugurata da
Giorgio Napolitano e ospitata dalla Camera, dalla Commissione
europea a Bruxelles, dal Comune di Corleone, dall'Assemblea
regionale siciliana. Ma soprattutto è stata visitata da migliaia
di studenti di tutta Italia. "L'abbiamo pensata - ha detto
Francesco Nuccio, capo della redazione siciliana dell'ANSA -
come un'operazione di memoria". Nuccio ha ricordato i momenti
drammatici vissuti sulla scena della strage di Capaci dove fu
tra i primi cronisti ad arrivare e ha tracciato l'itinerario
umano e professionale dei due magistrati, cresciuti nel
quartiere della Kalsa, compagni di giochi, protagonisti di
un'esperienza che ha cambiato la storia del Paese.
La scelta del luogo della nuova esposizione ha un forte
richiamo evocativo che il vice presidente della Regione, Gaetano
Armao, ha così richiamato: "Questo è un luogo che ha cambiato
nome e che ricorda oggi la traiettoria umana di due straordinari
uomini di diritto non servitori del diritto dello Stato ma
interpreti e tutori dello Stato di diritto". Armao ha poi
lanciato l'idea di portare la mostra al Comitato europeo delle
Regioni a Bruxelles dove il prossimo settembre si terrà una
riunione plenaria.
"La mostra è anche un biglietto da visita per tutti i
palermitani che partono" è il pensiero di Giovanni Scalia,
amministratore della Gesap. "Serve a mantenere sempre viva la
memoria a una città molto cambiata grazie a magistrati come
Falcone e Borsellino, protagonisti fondamentali di questo
cambiamento".
I pannelli raccontano con immagini, testi e dichiarazioni
degli stessi protagonisti una storia umana e professionale che
ripercorre, come scrive il direttore dell'ANSA Luigi Contu, le
tappe e le "vicende salienti della lotta a Cosa nostra": la
nascita del pool; il pentimento di Tommaso Buscetta; il
maxiprocesso; la stagione dei veleni che precedette le stragi di
Capaci e via D'Amelio. Di quella storia restano una grande
eredità morale, i colpi micidiali a Cosa nostra, la
mobilitazione della società civile. Trent'anni dopo ci pensa la
memoria a raffigurare i cambiamenti nella lotta alla mafia.
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