"Blocks, storie di dialoghi oltre
i limiti" è il titolo dell'ampia mostra che si inaugura domani 5
giugno alle 18:00 all'Albergo delle povere di Palermo. Curata
dalla storica dell'arte Daniela Brignone e dalla storica Daniela
Brignone (l'omonimia è casuale), la rassegna propone le opere di
28 artisti provenienti da esperienze e paesi diversi. Sono
lavori pittorici, fotografie, installazioni, sculture, video e
performance che raccontano i muri, i conflitti e le storie che
hanno alzato le troppe barriere della contemporaneità.
L'iniziativa è stata presentata stamattina alla stampa
dall'assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà e dal
direttore del Museo Riso Luigi Biondo.
Nell'idea delle curatrici, "Blocks è uno stato limitativo,
un'interruzione del flusso inarrestabile dell'esistenza". Il
progetto, nato anni fa, si è accresciuto e ha acquistato un
nuovo significato con la pandemia che, pur non conoscendo
confini, ha alzato inedite divisioni fra i popoli. La collettiva
si propone come spazio di riflessione e di denuncia, luogo
privilegiato dove poter esprimere i disagi e le contraddizioni
del mondo di oggi. Sono i muri fisici e ideologici che
coinvolgono la società, la storia, l'antropologia e i pregiudizi
che chiudono gli orizzonti, creando diseguaglianze, separazioni
e morte. Ma anche inedite esplosioni che aprono a speranze
diverse come nel bel "Le coup de foudre" della brasiliana Andrea
de Carvalho, accumulo di gioia e di morte, elemento armonico che
chiude e riassume il lungo viaggio dello spettatore all'interno
della mostra.
Diviso in quattro sezioni (conflitti, controllo e potere,
pregiudizi, dialoghi), il percorso espositivo ha inizio con i
riferimenti classici di "Celestial debris" del tedesco Philip
Topolavoc, installazione che raccoglie i detriti di memorie
violate, quasi un'allusione alla furia distruttrice di Isis a
Palmira, cui fa da controcanto "Mapping" griglia in resina e
ferro che richiama le unità di misura romane e le
stratificazioni del tempo. Difficile citare tutti gli artisti
presenti, fra gli italiani, meritano di essere ricordati Paolo
Canevari con i suoi inquietanti "ThANKS", carri armati che
giocando con le corrispondenti parole inglesi, sembrano dire
grazie per la guerra e Mario Rizzi con le fotografie di donne
yazide e "Kauther", che racconta la primavera araba del 2014
attraverso gli occhi e la voce di una donna tunisina Kauther
Ayara. Ancora da segnalare "L'infinito elettrico", cortocircuito
semantico di Valentina Palazzari, e "Walking on the Clouds" di
Donato Piccolo che dona valenze oniriche alla freddezza della
tecnologia robotica. Se i congegni meccanici dell'americano Jon
Kessler (Exodus del 2016) raccontano in chiave volutamente
ironica lo sradicamento dei popoli attraverso una serie di
figurine che, come gli antichi orologi, si muovono su una pedana
rotante, "997, 10/2" del polacco Mateusz Choróbski allude al
valore degli zloty e, attraverso esili colonne di monete, ci
parla di diseguaglianze sociali e difficoltà di vita. Mentre le
cartoline e gli oggetti della tedesca Julia Krahn ci riportano a
una guerra mai dimenticata e alla prigionia del nonno in un
gulag russo.
"'Blocks è il manifesto di un'umanità che può tornare a
vivere - ha ricordato l'assessore Alberto Samonà - secondo
dimensioni normali, consapevole della sua essenza e dei
conflitti che hanno contrassegnato la sua storia, ma rinata
rigenerata dall'aver imboccato la via per superare l'ultimo
drammatico limite della pandemia".
Realizzata dall'Assessorato regionale dei Beni culturali e
dal Museo Riso e promossa dall'Ordine degli architetti e dal
Rotary club Colonne d'Ercole di Palermo, la mostra è aperta al
pubblico dal 6 giugno al 31 luglio. Ingresso gratuito su
prenotazione.
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