Al Museo regionale d'arte moderna
e contemporanea di Palermo, Palazzo Belmonte Riso, il 16 giugno
apre la mostra "Giovanni Valenza", a cura della Fondazione
Orestiadi di Gibellina, esposizione che prende il titolo dal
nome dell'artista a cui è dedicata: oltre venti opere,
realizzate quasi tutte appositamente per questa iniziativa, e
accostate ad altre che provengono dalla più recente produzione
del pittore "controcorrente", testimone di quella straordinaria
stagione artistica palermitana, a cavallo tra gli anni 70 e 80,
di cui è stato uno degli esponenti più rappresentativi.
Valenza (Petralia Sottana, 1957) irrompe in quel panorama
artistico di Palermo con un linguaggio successivamente definito
post- impressionismo palermitano. Abile nel disegno e
nell'imbastire "sceneggiature" per le sue tele, doti confermate
anche nei numerosi trompe l'oeil e nelle pitture di scena delle
prime esperienze di vita artistica di Valenza, tra il 1975 al 78
in quel contesto irripetibile della Locanda degli Elfi, fucina
del teatro underground della città, dove si trovavano Scaldati,
Truden, Spicuzza, Costa, Civiletti, Costagliola, Lupo.
L'esposizione, in programma fino al 17 luglio, attraversa le
fasi stilistiche di Valenza dagli esordi fino ai tempi più
recenti, con le nuove produzioni inedite, passando per gli anni
Ottanta, quando l'artista, con un gruppo di colleghi tra i quali
i più giovani Croce Taravella e Guido Baragli è tra i
protagonisti dell'esperienza espositiva (nell'Accademia di Belle
Arti di Palermo) ideata da Francesco Carbone definita la
Disavanguardia, testimoniando quella nuova fase controcorrente
di una ricerca tutta palermitana che stava inventando un
linguaggio originale in cui sicilianità e globalismo
s'incontrarono, inventando quello che molti anni dopo si sarebbe
sviluppata nella famosissima "Scuola siciliana".
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