È databile al '500 il
Crocifisso senza braccia e senza croce trovato in un magazzino
della parrocchia San Pietro di Mazara del Vallo e ora
restaurato. "Il corpo allungato ha memoria dell'asciutta
eleganza gotica, ma ha già un modellato di ispirazione classica
cinquecentesca: la sua datazione può collocarsi agli inizi del
secolo XVI" spiega Francesca Massara, direttrice del Museo
diocesano dove ora l'opera è stata esposta al pubblico.
A scoprirla è stato don Antonio Lombardo che l'ha poi affidarla
al Vescovo. Il Crocifisso, realizzato su un unico tronco di
pioppo, è mancante delle braccia e della croce di supporto e ha
il capo leggermente reclinato sulla spalla destra dove ricade
una lunga ciocca di capelli. Il Cristo spirato ha gli occhi
chiusi e l'espressione del volto grave, dolente e assorta. Non è
escluso che originariamente completo delle braccia e della
croce, abbia perso gli arti superiori durante il crollo della
chiesa dove originariamente era collocato. La corona di spine,
probabilmente soprammessa, non è stata mai trovata.
Il Crocifisso è stato definito il "Cristo salvato", proprio
perché recuperato in un magazzino abbandonato. Sull'opera ha
operato un accurato restauro il maestro Gaetano Alagna. La
statua è stata collocata su una tavola di colore verde scuro
proprio per esaltarne la bellezza del legno vivo.
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