Saras ha chiuso il primo semestre dell'anno con ricavi per 5,43 miliardi di euro, in calo del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022, un ebitda sceso del 59% a 282 milioni di euro e un utile netto in calo del 58% a 122,3 milioni.
Il calo dei ricavi, si legge in una nota, "è da ricondursi prevalentemente al significativo deprezzamento dei principali prodotti petroliferi e alla riduzione del prezzo di vendita dell'energia elettrica" mentre la variazione negativa dell'ebitda risente del "decremento dei crack dei principali prodotti", cioè della differenza tra prodotto grezzo e raffinato, e della "riduzione del costo dell'energia elettrica necessaria per il funzionamento degli impianti industriali".
Effetti che si sono riverberati sull'utile, impattato anche dalla tassa sugli extraprofitti.
"I soddisfacenti risultati conseguiti dal gruppo nella prima metà dell'anno riflettono uno scenario petrolifero positivo, con margini di raffinazione di diesel e benzina al di sopra dei livelli storici - se pur parzialmente ribilanciati rispetto ai livelli record toccati nel 2022 - e un secondo trimestre che ha visto la conclusione del turnaround decennale dell'impianto di generazione elettrica IGCC, che ci consentirà di garantire in maniera continuativa la fornitura di energia e contribuire in maniera sostanziale alla stabilità della rete elettrica in Sardegna", ha commentato il presidente Massimo Moratti.
"Avendo concluso le principali manutenzioni programmate nel primo semestre, potremo cogliere nella seconda metà dell'anno le opportunità di un mercato che si prospetta positivo. Evidenziamo inoltre come, nonostante gli importanti esborsi nel secondo trimestre, anche a fronte del pagamento delle tasse sugli extraprofitti e dei dividendi, la prima metà dell'anno si è conclusa con una posizione finanziaria netta positiva", ha evidenziato Moratti.
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