Capire in che modo il Comune di Bari
intende tutelare il patrimonio architettonico del Novecento
presente in città. È quanto intendono sapere architetti e
urbanisti che in una lettera comune, chiedono al sindaco Antonio
Decaro se vuole "continuare ad assistere alla libera iniziativa
privata" di valorizzazione architettonica oppure se vuole invece
"provare a governare questi complessi processi urbani" alla luce
della "identità culturale" della città. Le obiezioni sono
successive all'aver appreso che "al posto della sede storica del
quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno", in via Scipione
l'Africano, progettata da Onofrio Mangini, sorgerà un
condominio". "Ci rammarica che Bari, nonostante abbia sul
proprio territorio pregevoli opere a firma di grandi architetti,
non abbia ancora predisposto l'apposita variante al piano
regolatore", evidenzia il presidente dell'ordine degli
architetti, Cosimo Damiano Mastronardi.
"L'abbattimento della vecchia sede della Gazzetta, esempio di
qualità architettonica, è una occasione persa", afferma Mauro
Sàito, presidente di Docomomo Italia sezione Basilicata- Puglia
Ets proponendo una alternativa. "Un progetto di maggior utilità
pubblica avrebbe potuto sfruttare lo spazio pubblico potenziale
dell'attuale piazza di accesso all'edificio di Mangini -
sostiene - con una permeabilità, almeno pedonale, tra via
Scipione l'Africano e via Raffaele Gorjux. Nei volumi esistenti
da ristrutturare avrebbero potuto ubicarsi spazi verdi e di
aggregazione aperti al quartiere, oltre che attività di servizio
ovvero luoghi di lavoro e di residenza ispirati a nuovi modelli
insediativi".
"L'eventuale rinuncia a quest'edificio storico - continua -
avrebbe potuto comportare un'innovativa proposta architettonica
altrettanto qualitativa oggi limitata a una mera sostituzione
immobiliare".
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