"Il Pnnr va valorizzato al massimo
anche per ridurre il gap tra il nord ed il Mezzogiorno". E'
quanto ha dichiarato Roberto Torrini, vice capo del servizio
struttura economica della Banca d'Italia a Bari per la
presentazione del lavoro di ricerca ' Il divario Nord-Sud:
sviluppo economico e intervento pubblico'. All'interno dello
studio sono emersi alcuni elementi caratterizzanti, che nel
corso degli anni hanno determinato un gap sempre maggiore nella
Penisola, come la debolezza del sistema produttivo meridionale,
le carenze delle infrastrutture e dei servizi pubblici.
L'analisi prende in considerazione macro-aree puntando su
fattori come il mercato del lavoro, il capitale umano, l'ambito
demografico, con focus specifici anche su altre dinamiche
determinanti nel far crescere il divario, tra questi la
criminalità organizzata che, come è emerso dalle relazioni,
"influenza la qualità dell'azione pubblica distorcendone le
finalità e riducendone l'efficacia". Inoltre, viene stimato che
"nel lungo periodo l'azzeramento della criminalità organizzata
innalzerebbe il tasso di crescita del Pil di 0,5 punti
percentuali all'anno".
Su quali possono essere le misure che il nuovo Governo dovrà
attuare per ipotizzare una riduzione del gap, Torrini ha
spiegato che "è necessario portare avanti il Pnrr che al suo
interno ha una serie di interventi che in gran parte sono a
beneficio del Mezzogiorno". "Ci sono anche risorse per il
miglioramento del sistema giustizia che è un fattore molto
penalizzante nel Mezzogiorno, incidendo ha concluso - anche nei
rapporti tra banche ed imprese, rendendo anche più costoso il
credito".
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