Pernigotti continua la sua
storia e lo fa restando a Novi Ligure, dove è nata nel 1860, con
prodotti che - come assicurano i sindacalisti che li hanno
assaggiati oggi in occasione dell'incontro con la nuova
dirigenza (presenti l'ad Attilio Capuano, anche di Walcor,
avvocato Eduardo di Mauro) - hanno lo stesso inconfondibile
sapore di sempre. Chiusa la parentesi turca, le sigle di
categoria sono contente del nuovo corso per la storica fabbrica
di cioccolato e il suo marchio, legato stretto da sempre alla
città. "Pensiamo con cauto ottimismo - sottolinea Raffaele
Benedetto (Flai Cgil) - che la Pernigotti stia riprendendo,
senza stravolgimenti ma step by step, il proprio percorso, forti
anche di una campagna di Pasqua andata bene". Alla scadenza di
fine giugno non sarà richiesta altra cassa integrazione
straordinaria per la cinquantina di lavoratori. "Noi - rimarca
Tiziano Crocco (Uila Uil) - cerchiamo di far rientrare anche dai
20 ai 30 come stagionali e non interinali, puntando a
ringiovanire lo stabilimento. Intanto, per il 2023 previste
1.500 tonnellate di volumi, producendo gianduiotti, cremini,
pepitas ovetti, torrone".
I muri sono in comodato d'uso gratuito fino al 2025 ma si sta
già lavorando per individuare un'area per il nuovo stabilimento,
sempre in zona. I macchinari sono di Jp Morgan, tranne quelli
per le polveri da gelati, "che, comunque - aggiunge Crocco -
entro fine 2024 torneranno a essere prodotte da Pernigotti. A
settembre previsti i test per rifare direttamente anche le creme
spalmabili. Ci rivediamo a metà luglio, ma di certo la sinergia
con Walcor sta pagando. Come ci è stato detto oggi, Pernigotti è
viva e non è tenuta viva".
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