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Pd, governo taglia 1.250 scuole, Regione Marche non si oppone

Pd, governo taglia 1.250 scuole, Regione Marche non si oppone

Bomprezzi, 'da noi 120 scuole in meno, via deroghe per cratere'

ANCONA, 31 maggio 2023, 16:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"E' passato quasi in sordina il taglio di sedi e organici scolastici approvato dal governo con l'ultima legge di bilancio 2023". Lo rileva la segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi, ricordando il contenuto del Decreto taglia-scuole: "il dimensionamento prevede che per avere un istituto scolastico autonomo occorrono minimo 1.000 alunni e non più 600. Le conseguenze saranno una riduzione delle scuole dalle attuali 8.136 a 6.885 e quindi ci sarà un taglio dell'organico dei dirigenti scolastici, del personale amministrativo".
    Secondo la nuova normativa "le scuole attualmente autonome ma con meno di 1.000 alunni - prosegue Bomprezzi - verranno del tutto eliminate dall'anno scolastico 2024/2025 in ogni regione".
    La segretaria Pd stigmatizza "l'atteggiamento del governo delle Marche, assai diverso da quello di molte altre regioni italiane: contro questa riforma ben sette Regioni italiane, governate indifferentemente dalla destra o dal centrosinistra (Toscana, Sardegna, Abruzzo, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Veneto) hanno subito impugnato la norma presso la Corte Costituzionale per lesione delle competenze regionali e dell'autonomia scolastica. Purtroppo, ancora una volta, le Marche si sono distinte invece per non aver fatto nulla".
    Il tutto a fronte di un "taglio che nelle Marche sarà tra i più massicci d'Italia con circa 120 istituti che chiuderanno i battenti, cioè poco meno della metà del numero di quelli che abbiamo oggi". E "a pagare il prezzo più alto - incalza - saranno zone già in enorme sofferenza come le aree interne della nostra regione. I maxi accorpamenti porteranno a plessi scolastici unici, ma dislocati in 10 diversi Comuni distanti decine e decine di chilometri tra loro. Le province colpite dal sisma, dati alla mano, dovranno rinunciare a circa 55 istituti.
    Il nuovo Decreto spazza via tutte le eccezioni individuate precedentemente per le aree montane". "Al passaggio di questo infausto Decreto in Conferenza Stato-Regioni, il presidente della Regione Acquaroli e l'assessora competente Biondi non hanno fatto o detto nulla, sostenendo la proposta del governo" sostiene Bomprezzi.
   

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