Armando Picchi, Gaetano Scirea,
Franco Baresi. Ma anche Gigi Riva, Valentino Mazzola e Giampiero
Boniperti, arrivando fino a Francesco Totti, Paolo Maldini e
Javier Zanetti. I capitani rimasti nella storia non sono solo
Campioni con la C maiuscola, ma anche simboli di fedeltà delle
squadre, condottieri e garanti della gloria di un club.
Gianfelice Facchetti ne ha avuto uno in casa, il papà Giacinto
(storico capitano sia dell'Inter che della nazionale italiana),
e ha scelto di raccontare i più grandi in "Capitani. Miti,
esempi, bandiere" (Piemme Edizioni, pp.224, euro 18,90).
Un libro in cui l'attore, drammaturgo e regista ricorda
storie, aneddoti e virtù dei capitani del pallone, capaci di
accendere l'immaginario collettivo dei tifosi, dalle origini del
football fino al meno romantico calcio-business di oggi. Storie
che mostrano come il capitano, nel calcio, non è solo il leader
di una squadra, ma un simbolo capace di unire tutti gli
appassionati, incarnando lo spirito del gioco e i suoi valori.
Si inizia con Gigi Riva, "capitano di fatto anche se non ha
mai voluto indossare la fascia", passando poi per "il mio
capitano, Facchetti" fino alla "lezione di civiltà" della
Danimarca guidata da Simon Kjaer in un libro dedicato "ai 'santi
del pallone', i tifosi senza i quali la storia del calcio non
avrebbe i suoi miti" e "al mio amico Ferruccio Incerti, capitano
aquilotto per sempre", bandiera dello Spezia scomparso l'anno
scorso
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