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Il buio di una Salome perversa, Kosky accende l'Opera di Roma

Il buio di una Salome perversa, Kosky accende l'Opera di Roma

Applausi al dramma di Strauss secondo il regista australiano

ROMA, 11 marzo 2024, 14:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Se tu mi avessi guardata mi avresti amata", la disperata dichiarazione d'amore di Salome tenendo tra le mani la testa di Giovanni Battista riassume il senso della lettura che il regista Barri Kosky dà del capolavoro di Richard Strauss proposto all'Opera di Roma. La storia della passione malata della figlia di Erodiade che chiede al patrigno la decapitazione del profeta per i no alle sue avance ha conquistato il pubblico della replica al Teatro Costanzi dopo i grandi applausi della prima, pur se tra qualche buu all'allestimento.
    Il regista australiano sgancia la vicenda dai riferimenti storico-biblici e dalle letture precedenti che rimandano a incesti e abusi, concentrando l'attenzione sui personaggi e sul testo. Nel buio totale, come la condizione interiore, solo un cono di luce segue i movimenti dei protagonisti, il loro affiorare e sparire nell'oscurità. "È la luna che mostra e nasconde" ha spiegato Kosky indicando proprio la luce come "personaggio" e il vedere e sentire spesso senza riuscire a farlo tra gli elementi i centrali della sua visione del dramma in un atto del compositore tedesco scritto nel 1905 sul libretto ispirato al testo di Oscar Wilde.
    Storia potente e suggestiva di amore e di sensi che fece scandalo, di una pulsiome talmente forte da portare alla necrofilia con quel bacio appassionato sulla bocca del Battista al quale Salome sporca di sangue si abbandona. O nella scena che cancella la danza dei sette veli e mostra la protagonista "partorire" una scia infinita di capelli di Giovanni. La musica scandisce il crescendo di emozioni nel monologo conclusivo di Salome con la testa sanguinante di Giovanni appesa a un gancio.
    Il tributo del pubblico è andato al direttore d'orchestra Marc Albrecht, specialista del repertorio tardo romantico austro-tedesco, alle prese con quella che considera "la partitura più radicale di Strauss, che all'epoca fu un vero terremoto musicale al limite della follia". Lunghi applausi e 'bravo' al soprano americano Lise Lindstrom, grande protagonista, e ai comprimari Nicholas Brownlee (Giovanni), John Daszak (Erode), Katarina Dalayman (Erodiade), Joel Prieto (Narraboth). Sono previste ancora tre repliche il 12, il 14 e il 16 marzo.
   

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