"Sa che mi è cambiata la voce a forza
di farlo? Sta virando verso di 'lui'. La verità è che non pensi
mai quanto Sordi hai dentro, ma la mia generazione è cresciuta a
pane e Albertone". Lo dice con la passione dell'ammiratore Max
Giusti. A sedici anni da Se il tempo fosse un gambero e a venti
da Aggiungi un posto a tavola, l'attore torna alla commedia
musicale accettando la sfida "gigantesca" di portare in scena,
al Sistina di Roma, il Marchese del Grillo, versione commedia
musicale del film cult di Mario Monicelli, diretta, adattata e
prodotta da Massimo Romeo Piparo.
"E' un titolo enorme. Il Sistina poi è per il teatro
l'equivalente del Convent Garden a Londra o Broadway a New
York", racconta Giusti all'ANSA tra le poltrone rosse della
platea, mentre alle sue spalle si continuano a montare scene,
sistemare costumi e provare coreografie, tra i tavoli delle
osterie della Roma papalina di inizio '800 e le musiche del
Maestro Emanuele Friello. "Ad accettare mi ha convinto subito il
luogo e l'allestimento ricco, importante - dice - Ormai siamo
abituati a togliere, contenere, ridurre. Ma la commedia musicale
devi farla in grande o non ci credi". Il debutto, il 12 ottobre
per andare avanti fino al 20 novembre. "Poi torno in tv, anche
se ancora non posso dire nulla", sorride, prima di rimmergersi
nel racconto della vicenda del Marchese Onofrio del Grillo,
nobile romano della corte di Papa Pio VII ispirato a figura
storica realmente esistita. Celebre per le sue beffe e scherzi,
finirà per mettere seriamente nei guai anche il povero carbonaio
Gasperino, suo perfetto sosia.
"A Roma, poi, c'è quasi un campionato a chi ricorda più battute
del film - aggiunge - Anzi, so già che qualcuno tra il pubblico
le saprà meglio di me". La più celebre?
"Io so io e voi non siete un cazz… - dice - Riassume la grande
lezione di Monicelli sull'arroganza del potere"
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