"Gabbie trappola dove i cinghiali
catturati si dibattono, disperati e urlanti per oltre due
giorni": questo è quanto accaduto in zona Pineto a Roma e
documentato da testimoni oculari secondo quanto riporta un
comunicato della Sfattoria degli Ultimi, l'associazione alle
porte di Roma che ospita 140 suidi tra cinghiali e maiali presi
in città o salvati dagli allevamenti. Animali a rischio
abbattimento per la peste suina ma che l'associazione sta
strenuamente difendendo.
"Oltre a questo - spiega la Sfattoria - molti resti di
cinghiale, brandelli di pelle affini allo scuoiamento, si
trovano tutt'ora a terra, disseminati fino al punto in cui
iniziano impronte dei pneumatici che hanno portato via questi
animali. Dove siano stati trasportati non è dato saperlo, né se
siano stati portati via vivi o morti. Si desume, dagli ingenti
resti lasciati a terra e dal silenzio improvviso, in seguito
alla copertura con teli verdi delle gabbie, come è stato
testimoniato, che siano stati giustiziati sul posto, dopo due
giorni di tortura. La Sfattoria degli Ultimi denuncia i diversi
punti della mala gestio di Roma Natura: in primis la
biosicurezza, che la Sfattoria è costretta ad osservare in modo
ferreo, dalle istituzioni è oltraggiata in ogni suo minimo
principio. Lasciare, infatti, brandelli di animali al suolo è da
criminali, è volontà di provocare una strage per eventuale
contagio di psa. La crudeltà perpretrata è illegale, come
sancito dall'articolo 9 della Costituzione. Gli animali, infine,
sono stati catturati in natura, non in città. Esiste ancora per
la fauna un posto dove vivere?".
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