"Chiediamo ai sindaci e a tutte le
istituzioni di attivare progetti di accoglienza diffusa come
quelli previsti dal Sai, perché siamo convinti che questa è la
vera risposta da dare per richiedenti asilo e rifugiati, perché
tutte le vite valgono e per evitare che si creino situazioni di
disagio e tensione in città". Lo ha detto oggi Annalisa Comuzzi,
portavoce delle Donne in nero di Udine e della rete Diritti
accoglienza solidarietà internazionale Fvg, che insieme ad altre
associazioni hanno dato vita a un sit-in davanti alla prefettura
di Udine e in altre città della regione.
Tra le denunce dei manifestanti, anche attraverso striscioni
e cartelli, "la grave situazione a Udine e in altre città con
l'arrivo di numerosi richiedenti asilo dalla rotta balcanica che
hanno diritto di accedere alla protezione internazionale, ma non
riescono a essere ricevuti in tempi brevi dalla Questura" e
"l'irragionevolezza di scelte politiche che da anni privilegiano
la concentrazione dei richiedenti asilo in aree come l'ex
Caserma Cavarzerani, dove oggi 540 persone regolarmente ospitate
vivono ammassate in condizioni di disagio".
Accanto a ciò, "l'assenza di progetti per l'accoglienza
diffusa che favoriscono l'integrazione nel tessuto sociale
circostante e la mancanza di un piano sistematico di
trasferimenti dei richiedenti asilo". E ancora, "il fenomeno dei
migranti che dormono in strada, in mancanza di strutture di
accoglienza di prima soglia, e le inaccettabili file di donne e
uomini stranieri davanti alla Questura, costretti ad attese
estenuanti" per ottenere documenti.
"Oggi esporremo le nostre richieste anche in un incontro in
Prefettura - ha concluso Comuzzi -, ci attendiamo risposte da
tutte le istituzioni, che devono assumere precise responsabilità
e dare risposte urgenti per cambiare lo stato delle cose".
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