Gli occhi bagnati dalle lacrime, un garofano sul cuore e il pugno alzato, così Samuel Pinto, esule cileno, ideatore e promotore del Cassero, che dopo il golpe di Pinochet, di cui oggi ricorre il 50/esimo anniversario, trovò rifugio a Bologna, ha accolto dalle mani del sindaco Matteo Lepore la Turrita d'argento, una delle massime onorificenze della città.
Dopo aver trovato protezione nell'ambasciata italiana due mesi dopo il golpe, nel dicembre 1973 Samuel Pinto, attivista per i diritti degli omosessuali, riesce a salire su un aereo e arriva in Italia, a Bologna. Qui inizia la sua seconda vita, nel 1977 fonda il 'Collettivo frocialista', che un anno dopo cambia nome in 'Circolo 28 Giugno'(data di inizio dei moti di Stonewall), e all'inizio nel 1982, dopo lunghe trattative e grazie al sostegno del sindaco Renato Zangheri, fonda il Cassero. "E' una duplice emozione - ha detto Pinto -, perché ricorre l'anniversario del golpe nel mio Paese, è c'è molto dolore non ancora elaborato. Dall'altra ci sono compagni e amici che mi stanno dando un'onorificenza per il lavoro che ho fatto per creare il centro culturale che è il Cassero. Bologna mi ha dato tanto, non solo quella ufficiale, ma anche i bolognesi, i comuni cittadini, che mi accolsero. Ricordò che c'è chi mi regalò un armadio, una 'nonnina' del Pilastro mi ricamò un maglione, perché mi vide infreddolito. Questo popolo mi ha dato tanto amore, che ancora mi emoziona". Nel ricevere la Turrita, premio che ha dedicato al suo compagno, Pinto ha ricordato anche l'ex presidente cileno, "il mio presidente", Salvador Allende.
"Samuel Pinto, come tanti esuli cileni, dopo il colpo di Stato trovò rifugio in Italia, a Bologna, e divenne un nostro nuovo cittadino. Da allora ci ha accompagnato ed è stato protagonista di tante battaglie nel campo dei diritti civili", ha detto il sindaco Lepore.
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