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Antartide, l’influenza aviaria interrompe gli studi sui pinguini

Antartide, l’influenza aviaria interrompe gli studi sui pinguini

Per evitare la diffusione del virus tra colonie e ai ricercatori

20 marzo 2024, 08:19

di Benedetta Bianco

ANSACheck

Il virues dell 'influenza aviaria ha raggiunto anche l 'Antartide (fonte: unsplash) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La minaccia dell’influenza aviaria sta interrompendo gli studi su pinguini, foche e altri animali che vivono in Antartide: come riporta la rivista Nature sul suo sito, molti progetti in corso sono stati sospesi o cancellati per evitare di mettere in pericolo i ricercatori e per cercare di contenere la diffusione del virus tra le colonie animali.

L’influenza aviaria, causata dal ceppo H5N1 del virus, è stata rilevata per la prima volta nel territorio sub-antartico nell’ottobre 2023, in uccelli morti trovati sull’Isola della Georgia del Sud e sulle Isole Sandwich Australi, e si è poi diffusa a elefanti marini, foche, albatros e pinguini. I timori dei ricercatori sono poi stati confermati a febbraio di quest’anno, quando il virus è stato individuato per la prima volta anche sul continente antartico.

“Da quando ho iniziato la mia carriera in Antartide nel 1996, questa è la prima volta che riduciamo così tanto l’accesso alle colonie animali”, commenta Antonio Quesada del Corral, a capo del programma spagnolo di ricerca in Antartide. “Diversi progetti sono stati annullati quest'anno – aggiunge il ricercatore– e alcuni di quelli in programma per l’anno prossimo probabilmente non verranno realizzati”. Ad esempio, in molti casi è stato impossibile accedere ai sensori che si trovano nelle colonie di pinguini, foche leopardo, leoni ed elefanti marini, che raccolgono dati sul comportamento degli animali e sull’ambiente.

In teoria, i dati immagazzinati dovrebbero essere ancora recuperabili il prossimo anno, poiché la memoria dei sensori è progettata per durare un paio d’anni, anche se la batteria viene sostituita per sicurezza ogni anno. Ma c’è anche la possibilità che le restrizioni possano inasprirsi o che le batterie non durino tanto a lungo: “temo davvero che l'anno prossimo – conclude il ricercatore spagnolo – la stagione sarà peggiore di questa”.

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