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Sarcomi, verso collaborazioni di ricerca sempre più ampie

Sarcomi, verso collaborazioni di ricerca sempre più ampie

Per far fronte a scarso numero di pazienti. Tra i temi dell'ASCO

ROMA, 05 giugno 2020, 19:16

Redazione ANSA

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Una ricerca che vede sempre più la collaborazione di diversi centri per poter ottimizzare i numeri di pazienti arruolati negli studi sui sarcomi, tumori rari e aggressivi, molto difficili da curare. Questo è uno degli elementi emersi dal congresso annuale di oncologia organizzato dall'ASCO (American Society of Clinical Oncology).
    Come ogni anno, ma quest'anno in modo virtuale a causa dell'emergenza Coronavirus, l'ASCO ha visto confrontarsi ricercatori e clinici di tutto il mondo per condividere dati e conoscenze, senza tralasciare l'impatto e i rischi della pandemia Covid-19 per i pazienti e per la ricerca oncologica. I sarcomi, con la loro complessità, rarità ed eterogeneità, sono stati uno dei temi affrontati: dall'osteosarcoma e il sarcoma di Ewing, ai sarcomi dei tessuti molli, e alcuni loro sottotipi (istotipi) molto rari e ai tumori stromali gastrointestinali (Gist). "Ciò che complessivamente emerge", commenta Ornella Gonzato, presidente del Trust Paola Gonzato-Rete Sarcoma, "è sempre più la necessità di collaborazioni ampie, globali proprio per supplire alla scarsità dei numeri dei pazienti colpiti da tumori rari e ultra rari. In aggiunta, è sempre più evidente l'importanza della ricerca a tutti i livelli, a partire da quella di base, fondamentale per comprendere meglio la complessità biologica dei sarcomi. Basti pensare che in alcuni istotipi, lo stesso tumore localizzato in sedi anatomiche diverse può presentare caratteristiche biologiche diverse e rispondere diversamente ad uno stesso trattamento. Cosa che fa capire - prosegue Gonzato - come la conoscenza del profilo genetico e molecolare del tumore e le caratteristiche immunologiche del microambiente tumorale sono sempre più essenziali per cercare terapie più adatte e personalizzate". Tra i risultati presentati, quelli dello studio EuroEwing2012, che ha confrontato due regimi di trattamento chemioterapico, quello americano (VDC/IE) e quello europeo(VIDE), mostrando migliori esiti del primo in termini di sopravvivenza e sopravvivenza libera da malattia. Così come sono stati discussi i dati dei protocolli di studio con nuovi farmaci e combinazione di farmaci su pazienti con sarcoma di Ewing metastatico. Diversi, osserva Gonzato, "gli studi che hanno esaminato combinazioni di farmaci in alcuni istotipi di sarcoma dei tessuti molli in fase avanzata". Tra questi, la combinazione di gemcitabina e pazopanib promettente nel liposarcoma; così come la combinazione di encequidar e paclitaxel per via orale nell'angiosarcoma cutaneo inoperabile. O ancora i dati sull'efficacia di nuovi farmaci in rari istotipi, come nel caso di nab-sirolimus in pazienti con pecoma, sarcoma rarissimo e molto aggressivo. Tra gli argomenti di cui si è dibattuto all'ASCO, infine, l'impatto dei trattamenti peri-operativi, come la chemioterapia e radioterapia neoadiuvante e adiuvante alla chirurgia, considerati standard nella maggior parte delle forme localizzate. "E' incoraggiante vedere come la ricerca si stia concentrando, negli ultimi anni, su queste neoplasie. Questo ci fa ben sperare per il futuro. Dai nuovi dati arriva comunque la conferma della complessità di questi tumori rari e dunque - conclude Gonzato - dell'importanza, per i pazienti, di rivolgersi sempre e solo a centri specialistici".
   

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