"Quello dei ciclisti, insieme alla
mortalità dei pedoni (140 da inizio anno), costituisce il
versante meno reattivo alle misure legate alla sicurezza sulle
strade. Il prezzo per i fragili della mobilità continua ad
essere elevatissimo. Vanno ben studiate le iniziative da
adottare che poi si riconducono sempre ai soliti temi: velocità
da moderare nelle aree urbane, distrazione da uso del cellulare
da intercettare in modo sistemico e continuo, verifica dello
stato psicofisico dei conducenti per accertare l'assunzione di
alcolici e stupefacenti". Lo dice Giordano Biserni, presidente
dell'Asaps (Associazione sostenitori Polstrada), commentando i
dati del proprio Osservatorio Ciclisti, che parlano di 41
vittime dall'1 gennaio ad oggi (35 uomini e 6 donne), compresi
gli incidenti avvenuti nelle ultime ore a Milano e a
Sant'Ermete, nel Riminese. La Lombardia, con 12 morti, è in
testa a questa classifica davanti a Lazio (6) ed Emilia-Romagna
(4). Per l'Asaps serve anche "una diagnostica del sistema
stradale per quanto riguarda la segnaletica orizzontale,
verticale e anche quella luminosa notturna. Poi - sottolinea
Biserni - è sempre più urgente la soluzione del problema degli
angoli nascosti alla visuale dei veicoli pesanti. L'adozione di
appositi sensori potrebbe certamente essere utile. Banale poi
ripetere che si deve affrontare il tema sempre discusso ma mai
seriamente pianificato del potenziamento dei controlli degli
agenti sulle strade. Il numero dei ciclisti aumenta e per
fortuna aumenterà ancora, quindi meno inquinamento, meno consumo
e più salute, ma solo se riescono ad evitare incidenti con
conseguenze spesso demolitive o addirittura fatali".
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