/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ibrahimovic, i lati nascosti del campione

Ibrahimovic, i lati nascosti del campione

L'emozione sul palco con Sinisa e Donato Grande

SANREMO, 05 marzo 2021, 19:11

dell'inviata Claudia Fascia

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

In campo duro, spietato, una macchina da guerra. L'attaccante temuto da ogni difensore. E' questo è quello che già sapevamo di Ibra. Ma il numero 11 del Milan, sul palco dell'Ariston - ospite fisso per tutta la settimana -, ha messo da parte scarpini e armatura da guerriero e ha tirato fuori dall'armadio smoking, scarpe di vernice, un sorriso che si allarga disarmante sul suo viso spigoloso e una buona dose di umorismo e ironia. Tutto qui? No, Zlatan ha deciso di buttare anche il cuore oltre l'ostacolo, emozionando ed emozionandosi.
Tra una battuta sul palco dell'Ariston, dove si diverte a essere un po' l'Adriano Celentano delle pause e dei silenzi un po' boss dell'Europa dell'Est con il suo accento secco e senza l'utilizzo di articoli, e una in conferenza stampa, Ibra ammette di non aver nulla da perdere, "perché tanto il mio mondo è un altro, nessun mi può giudicare per questo. Amadeus non mi mette pressione, dice solo di divertirti".
E sembra che lo stia facendo: autodichiarandosi vero direttore del festival, dettando le regole di Zlatan, mettendosi al servizio delle gag di Ama e Fiore (certo, magari l'interpretazione di Io vagabondo non passerà esattamente alla storia, ma è un peccato veniale che gli sarà perdonato). A smuovere gli animi è stato invece l'incontro sul palco con l'amico Sinisa Mihajlovic. Un rapporto iniziato, non nel migliore dei modi, con una testata nel 2005, quando Sini era all'Inter e Zlatan alla Juve. L'anno dopo, insieme nella squadra nerazzurra, sono diventati grandi amici. Al festival hanno raccontato di rivalità, invidie reciproche e anche della battaglia dell'allenatore del Bologna contro la leucemia. "Quando l'ho saputo non avevo la forza di chiamarlo - ha spiegato Ibrahimovic, con un velo di commozione - e non riuscivo a parlare, era lui che dava forza a me dicendo: è un piccolo momento che passa, ma tutto andrà bene". Zlatan ha poi scambiato qualche palleggio con Donato Grande, atleta di powerchair football, il calcio in carrozzina. "Sei più bravo di molti miei compagni", ha scherzato. Non poteva mancare, nell'affresco del personaggio, anche un aneddoto degno dei miglior film action americani. Ibra bloccato per ore in autostrada, sulla strada per Sanremo, a causa di un incidente, che ferma un motociclista per andare a salvare il festival "perché Ama senza Ibra non ce la fa". "Per fortuna era milanista. Siccome nessuno mi avrebbe creduto, ho fatto il video - spiega tra le risate -. E siccome nessuno sapeva quello che stavo facendo, tranne il mio autista e il bodyguard, avevo addosso un Gps che permetteva di controllare dove stessi andando". Ovviamente, Ibra il guerriero non è stato sfiorato nemmeno per un attimo dalla paura di accettare un passaggio da uno sconosciuto. "Zlatan non ha paura". E poi, la missione era importante: salvare il "suo" festival.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza