Dal Ponte degli Annibaldi, con alle
spalle il Colosseo, gli studenti e le studentesse della Rete
degli Studenti Medi e dell'Unione degli Universitari hanno
esposto uno striscione per rilanciare la loro presenza in piazza
domani con Cgil e Uil. L'azione arriva durante la terza
settimana di occupazioni nella Capitale e in tutto il Paese,
diventate ormai più di 50 negli ultimi giorni.
Lo sciopero generale rappresenta, per gli studenti, un'occasione
per continuare la mobilitazione cominciata il 19 Novembre con
più di 40 piazze in Italia, con le occupazioni per l'appunto e
lo sciopero della scuola del 10 dicembre scorso.
"Non ci fermiamo, serve che Ministero e Governo aprano gli occhi
- spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli
Studenti Medi - A chi non sa spiegarsi questo sciopero
rispondiamo con dati di fatto. La situazione dell'edilizia nelle
scuole è tragica, eppure non ci sono sostanziali somme stanziate
per un piano straordinario ora che si potrebbe intervenire.
Sulla Salute Mentale non c'è nemmeno il riconoscimento del tema,
taciuto e nascosto. Serve rendersi conto che è una priorità e
lavorare con chi la scuola la vive per creare Sportelli di
Assistenza Psicologica in ogni scuola funzionanti. La
situazione, in generale, non può essere tenuta in disparte.
Questa Legge di Bilancio e il PNRR devono essere strumenti di
investimento e rilancio."
"Negli scorsi mesi ci siamo mobilitati in tutti i territori e
Atenei per rimarcare le già note criticità del sistema
universitario, prima fra tutte la mancanza di investimenti
strutturali sul diritto allo studio. Lo studio che abbiamo
condotto e presentato nelle scorse settimane restituisce un
quadro tragico: tutti i costi universitari gravano su
studentesse e studenti, dalle tasse agli affitti passando per
materiale didattico e l'assistenza medica. Nonostante il
percorso autunnale e le varie interlocuzioni avute, la bozza
della Legge di Bilancio si è rilevata essere uno schiaffo in
faccia non solo al mondo dell'università, ma più in generale a
tutte le giovani generazioni che risentono, oggi più che mai, di
condizioni lavorative precarie e prive di tutele. Non possiamo
permetterci di ipotecare il nostro futuro, non vogliamo che il
Governo trascuri scuola, università, ricerca e lavoro. Per
questo domani saremo in tutte e 5 le piazze italiane, accanto
alle lavoratrici e ai lavoratori, perché lo sciopero è uno dei
pochi strumenti politici che come cittadine e cittadini abbiamo
a disposizione per incidere e farci ascoltare", aggiunge
Giovanni Sotgiu, coordinatore dell'Udu-Unione degli
Universitari.
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