"Lo dico con sofferenza, se proprio
bisogna incenerire i rifiuti, invoco il principio di un'equa
distribuzione, perchè l'emergenza non può essere una questione
solo e sempre di Acerra: la Regione costruisca altri
inceneritori, magari a Salerno, e spenga una delle tre linee già
attive qui invece che lasciare che se ne costruisca una quarta.
Oppure si abbia il coraggio di dirci di che morte dobbiamo
morire". Lo ha detto il presidente della conferenza episcopale
campana, monsignor Antonio Di Donna, durante un incontro
svoltosi nel chiostro del seminario della diocesi di Acerra
(Napoli), di cui è vescovo.
"Alla nuova amministrazione comunale - ha aggiunto il presule
- chiedo di difendere la città anche e soprattutto di fronte al
governo regionale. Mi spiace dirlo, e lo dico con angoscia, ma
devo prendere atto che il governo regionale si è dimostrato
sordo e cieco nonostante tante realtà che dimostrano
l'inquinamento del territorio. Mi auguro di essere smentito".
Di Donna, da anni impegnato nella difesa ambientale, ha
ribadito che ad Acerra il territorio è ormai "saturo",
"Bisognerebbe ridurre la produzione dei rifiuti ed aumentare la
raccolta differenziata - ha spiegato - insomma meno rifiuti e
spalmati sull'intera regione. Noi non soffriamo della sindrome
di Nimby, ossia non nel mio giardino, ma voglio coniare un altro
termine, Wimby, con la 'w' di 'why': perchè sempre nel mio
giardino? Bisogna fare un'equa distribuzione, si accolgano i
rifiuti ma contemporaneamente si riqualifichi il territorio che
li accoglie". Il presule, quindi ha riproposto una moratoria
"per blindare il territorio da nuovi insediamenti inquinanti".
"Da quando sono qui - ha concluso - ho sempre posto, a tutti i
livelli, una domanda: perchè sempre e solo ad Acerra? Forse
perchè il territorio è già inquinato e deve sacrificarsi per
tutta la Regione? Non ho mai avuto una risposta, ce lo dicano
apertamente. Almeno la soddisfazione di sapere di che morte
dobbiamo morire. Ma noi ribadiamo che il territorio è saturo e
c'è bisogno di fermarsi".
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