Standing ovation e 5 minuti di
applausi per il ritorno al Ravello Festival di Riccardo Muti.
Muti ha scelto per Ravello e il tour estivo un programma con
pagine poco conosciute ma di grande impatto emotivo: la Sinfonia
in do maggiore op.37 "Roma" di Bizet, Il lago incantato, poema
sinfonico op.62 di Ljadov e Les Préludes, S 97. Poema sinfonico
n.3 da Alphonse de Lamartine di Liszt.
Prima di congedarsi Muti parla al pubblico di Ravello per
ribadire, ancora una volta, la necessità di interventi seri per
la musica, la cultura e soprattutto per i giovani: "Questi
ragazzi sono il meglio dei nostri conservatori. - dice il
maestro - Se si sono diplomati con il massimo dei voti, la loro
aspirazione è trovare una sistemazione in questo mondo non solo
per vivere ma anche per fare cultura e trasferirla a voi. Molti
di loro però hanno avuto la disgrazia di nascere in posti,
sicuramente belli, perché l'Italia è tutta meravigliosa, ma che
non hanno orchestre, teatri, teatri di prosa e quindi non hanno
un futuro. Il nostro paese ha una storia artistica
importantissima, non importante. Questi ragazzi sono una piccola
espressione numerica della qualità che c'è in Italia e sono
parte di quelle persone che possono diffondere la nostra cultura
ma che non hanno molte possibilità. Dico queste cose con
amarezza. Siamo il paese della musica o della storia della
musica?" ha chiosato. Nel finale il maestro lascia spazio per un
applauso particolare a due musicisti ucraini parte
dell'orchestra "Perché la musica unisce". - conclude Muti. E
aggiunge in napoletano "Per chi 'o ccapisce" strappando
un'ultima risata al pubblico.
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