"In Germania la parola che è stata
eletta come la parola dell'anno è 'svolta epocale': un Paese
intero si è reso conto che c'è un prima e c'è un dopo. E' un
mondo che cambia ad una velocità impressionante". Lo sottolinea
all'ANSA l'ambasciatore d'Italia Armando Varricchio, a margine
della conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori in
corso alla Farnesina.
"La Germania che è al centro dell'Europa, è il più grande
Paese, ha la maggiore ricchezza e popolazione, vuole essere in
grado di transitare verso un futuro: gestisce una guerra alle
proprie porte con l'Ucraina che è un vicino, con cui c'è una
storia, c'è una relazione, un milione di profughi. Ma non vuol
farsi dettare l'agenda dal despota del Cremlino. Scholz, che
aveva scritto un programma di governo prima, lo deve adattare ad
un mondo che cambia gestendo una coalizione che per la prima
vota ha tre partiti", spiega l'ambasciatore Varricchio.
Per quanto riguarda i rapporti con l'Italia, all'indomani
anche della difficile trattativa in Europa sul price cap,
Varricchio ricorda che il "rapporto con Berlino è
imprescindibile. La Germania è di gran lunga il nostro primo
partner econocmico ed è cosciente che l'industria tedesca deve
molto all'Italia. C'è poi una storia, relazioni, la cultura, il
turismo. Certamente ci siamo trovati a gestire una fase
estremamente delicata. E' stato un processo lento, anche perchè
ha richiesto una mediazione interna, ma ci si è arrivati e
sgombrando il campo da questo ora possiamo riprendere un
rapporto forte di collaborazione. Bisogna affrontare il futuro e
lavorare insieme".
Sul fronte energetico, ricorda infine Varricchio, "la
Germania ha dovuto cambiare in pochissimo tempo una storia di
relazioni economiche ed energetiche. Per decenni la ricchezza
del Paese è stata legata all'energia a basso prezzo che arrivava
dalla Russia, ora tutto questo è cambiato: il Paese si è trovato
ad assicurare un approvvigionamento energetico per le proprie
famiglie e per le proprie industrie, allo stesso tempo dovendo
avere una responsabilità europea perchè la Germania sa che ha la
maggiore responsabilità delle decisioni prese a Bruxelles".
Varricchio, rispondendo poi ad una domanda sul Nord Stream 2,
sottolinea che si "tratta di un progetto finito, per la Germania
è stata un risveglio, una presa d'atto che in fondo una
scommessa che era stata riposta nel Cremlino, è stata persa:
quel tubo, che rimarrà sott'acqua ad arrugginirsi, rimarrà un
monumento ad un'occasione persa. Certamente per la Germania, ma
soprattutto per la Russia".
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