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Benassi, 'ora il price cap, Italia fiduciosa'

Benassi, 'ora il price cap, Italia fiduciosa'

Rappresentante Permanente in Ue: 'Bene lo scudo anti-spread Bce'

BRUXELLES, 14 luglio 2022, 14:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Michele Esposito) Il price cap serve ora più che mai e l'Italia è fiduciosa che, alla fine, l'Ue giungerà alla medesima conclusione. L'ambasciatore Piero Benassi, Rappresentante Permanente dell'Italia in Ue, in un'intervista all'ANSA fa il punto su una delle misure più discusse in queste settimane di 'guerra energetica' tra Europa e Russia. Ma l'Unione si avvia ad un autunno caldo anche su altri dossier, dall'allargamento alla nuova governance economica fino alla riforma dei Trattati. Punto sul quale la posizione dell'Italia è chiara: "Ci sediamo al tavolo senza timori", spiega.
    Il 20 luglio la Commissione presenterà il suo piano d'emergenza sul gas in vista dell'inverno. "Il Piano si concentrerà su misure per una riduzione coordinata dei consumi di gas e sull'intensificazione degli sforzi per la diversificazione delle forniture. Pensiamo però che queste misure debbano essere accompagnate al più presto da un tetto sui prezzi del gas. L'attuale contingenza non attenua la necessità di introdurre un price cap: mentre le forniture verso l'Ue si riducono, mettendo sotto pressione i nostri sistemi energetici, i ricavi dal gas per la Russia rimangono stabili o aumentano in conseguenza dell'aumento dei prezzi, in particolare sul mercato europeo", sottolinea Benassi. Secondo l'ambasciatore, "un tetto al prezzo delle importazioni di gas, oltre a calmierare i prezzi dell'energia in Europa, consentirebbe di disincentivare comportamenti manipolatori da parte della Russia". Tutti elementi sui quali Roma vede spiragli di convergenza. "La Commissione, su impulso dell'Italia e di altri Paesi, sta studiando una proposta. Rimangono ancora da definire alcuni aspetti tecnici e si dovranno convincere alcuni Stati membri riluttanti, ma siamo fiduciosi di potere raggiungere il risultato", è la previsione del diplomatico.
    Nei prossimi mesi, sul tavolo delle riunioni degli ambasciatori dei 27 potrebbe finire anche il fascicolo della riforma dei Trattati. "È necessario sedersi attorno a un tavolo e guardare al contenuto e agli obiettivi delle proposte della Conferenza sul Futuro dell'Ue e non agli strumenti e alle procedure, altrimenti temo che non faremmo giustizia allo spirito stesso della Conferenza", sottolinea Benassi. E la posizione di Roma è chiara. "In un documento del governo del febbraio 2020, poi aggiornato nel luglio 2021, l'Italia ha indicato alcuni dei temi prioritari. Tra questi - senza visioni precostituite - vi è la semplificazione del processo decisionale, con la possibilità di un passaggio al voto a maggioranza qualificata in aree quali sicurezza sociale, protezione sociale e fiscalità e in alcuni ambiti della politica estera e di sicurezza comune", ha rilevato l'ambasciatore italiano. Ricordando che "nell'intervento al Parlamento Europeo del 3 maggio, il presidente Draghi ha confermato la volontà dell'Italia di esercitare un ruolo da protagonista, mostrandosi aperta all'ipotesi di revisione dei Trattati".
    La guerra ucraina ha anche riacceso i fari sull'allargamento dell'Ue. Non solo a Kiev ma anche ai Balcani Occidentali, dove lo stallo sulla Macedonia del Nord rischia di separare il fascicolo dell'adesione di Skopje da quello albanese. "Io non parlerei di un rischio che vengano separati. Ogni candidato negozia il suo ingresso sulla base dei suoi progressi nel recepimento dell'acquis comunitario e non ci sarebbe niente di strano se Albania e Nord Macedonia procedessero autonomamente", osserva Benassi. "Noi - sottolinea - auspichiamo che i due percorsi procedano rapidamente e ci auguriamo che si riesca ad aprire i negoziati al più presto. L'allargamento dell'Ue ai Balcani è a nostro avviso improcrastinabile ed è un investimento strategico".
    L'autunno del 2022 farà da scenografia alla delicata revisione della governance economica. La Commissione ha più volte richiamato alla prudenza dei conti e tra i falchi del Nord serpeggia malumore sullo scudo anti-spread annunciato dalla Bce.
    "La normalizzazione della politica monetaria particolarmente espansiva, tale da sostenere l'economia durante la crisi Covid, è di fatto inevitabile in quanto necessaria a mantenere ancorate le aspettative sui prezzi dei mercati. D'altra parte, come riconosciuto dallo stesso Governatore della Banca d'Italia Visco, il notevole ampliamento dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato dei Paesi membri percepiti come più vulnerabili e quelli tedeschi è un segnale di serio rischio di frammentazione dei mercati, laddove tali differenziali non appaiono giustificati da un'effettiva valutazione dei fondamentali economici, soprattutto nel caso di Paesi come l'Italia", è la premessa del Rappresentante Permanente. "Ed è questo - rimarca - il principale motivo per cui invece si deve guardare con favore all'annuncio della Bce di ricorrere, ove necessario e nella misura necessaria, a tutti gli strumenti in suo possesso, anche creandone di nuovi, come lo scudo anti-spread". Certo, la politica monetaria, da sola, non può bastare. "Sarà essenziale continuare a rafforzare la resilienza delle economie europee con adeguate riforme strutturali, ricordando che i Pnrr rappresentano uno straordinario potenziale di sviluppo se compiutamente attuati", conclude Benassi.
   

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