Benché promettano un futuro
luminoso, le energie rinnovabili oggi non "costituiscono una
fonte di energia stabile poiché il loro approvvigionamento è
intermittente in alcune zone e alcuni periodi". E' quanto emerge
dal rapporto annuale di Ispi sugli scenari delle imprese per il
2022.
L'insufficiente energia eolica ha portato il Regno Unito e
l'Europa a precipitarsi a cercare fonti sostitutive, il che ha
provocato "gravi impennate dei prezzi - prosegue il rapporto -
quando si è ricorso al gas naturale come combustibile di
riserva. Nel frattempo, molte economie industrializzate in Asia
- e non solo - continuano a prediligere l'energia elettrica
generata dal carburante nero (carbone), giacché questo può
essere ottenuto più facilmente e risulta meno costoso di molte
altre fonti alternative".
È possibile che - da qui ai prossimi dieci anni - il
"carbone rimanga il combustibile principe - evidenzia ancora
Ispi - in questi settori perché economico e relativamente
stabile e, spesso, prodotto internamente. Senza finanziamenti
internazionali, queste nazioni potrebbero dimostrarsi lente
nell'adottare fonti di energia più pulite. Questi problemi
complicano la transizione verso un mix energetico più pulito, ma
possono essere gestiti nel lungo termine".
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