Dopo quasi 12 anni di crisi, in Siria
oltre 2,4 milioni di minori sono fuori dal sistema scolastico.
Di questi il 40% è rappresentato da bambine, la categoria più
vulnerabile. In generale quasi un minore su 5 in età scolastica
non frequenta alcun tipo di attività formativa, e quasi 3
milioni di loro vive in aree rurali. È l'allarme lanciato da
WeWorld, organizzazione che da 50 anni lavora per i diritti di
donne, bambine e bambini in 27 Paesi del mondo. Uno dei fattori
principali che ostacola il rientro a scuola è la mancanza di
edifici scolastici, distrutti dagli anni di guerra sul
territorio e dal terremoto che lo scorso febbraio ha colpito il
nord del paese.
"Affrontare l'emergenza educazione in Siria è sempre più urgente
considerando che è un settore che ha sofferto sin dall'inizio
della crisi siriana nel 2011", afferma Claudia Oriolo,
rappresentante Paese in Siria per WeWorld.
Nel Paese l'organizzazione lavora principalmente su educazione
in emergenza e accesso all'acqua potabile, assicurando un
accesso sicuro e inclusivo all'educazione a migliaia di bambine
e bambini.
Con la coalizione "Campagna Globale per l'Educazione" di cui è
parte, WeWorld chiede al Governo italiano di impegnarsi a
proteggere e promuovere il diritto all'educazione anche in
contesti di emergenza e crisi protratte, contribuendo con almeno
15M€ totali per i prossimi 4 anni al fondo globale delle Nazioni
Unite Education Cannot Wait (ECW).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA