Nel corso delle indagini, condotte
dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pescara, su
coordinamento della competente Procura della Repubblica, sono
stati analizzati centinaia di negozi giuridici, rapporti
finanziari di varia natura e un'enorme mole di documentazione
amministrativo-contabile acquisita a seguito di numerosi
controlli incrociati.
Secondo gli investigatori, l'amministratore di fatto avrebbe
svuotato le società indebitate ed in liquidazione giudiziale dei
beni aziendali, simulandone la cessione, con falsi contratti, ad
una catena di partner produttivi, con sede nel chietino, nel
molisano e nella circoscrizione
partenopea, riconducibili allo stesso amministratore.
I trasferimenti reiterati sarebbero avvenuti in assenza di
corrispettivi, consentendo, tra l'altro, anche la prosecuzione
dell'attività produttiva in capo ad una società non gravata da
pendenze tributarie e amministrata formalmente dal fratello
dell'imprenditore, finito anche lui tra gli indagati.
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