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Il 90% delle specie marine si estinguerà prima di essere scoperto

Il 90% delle specie marine si estinguerà prima di essere scoperto

Lanciato l’allarme alla COP 15 sulla tutela della biodiversità

13 dicembre 2022, 18:15

Redazione ANSA

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Il 90% specie marine si estinguerà prima di essere scoperto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 90% specie marine si estinguerà prima di essere scoperto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il 90% specie marine si estinguerà prima di essere scoperto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il 90% delle specie marine, circa 2,2 milioni di organismi, rischia di estinguersi e scomparire prima ancora di essere scoperto, con conseguenze imprevedibili per l'approvvigionamento alimentare umano e per la regolazione del clima. È l’allarme lanciato alla COP15, la Conferenza delle Nazioni Unite sulla tutela della biodiversità, che sta riunendo i governi di tutto il mondo a Montreal in Canada dal 7 al 19 dicembre. Il documento, firmato da un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Stefanie Kaiser, dell’Istituto di ricerca e Museo di storia naturale Senckenberg (Germania), esorta i decisori politici a sostenere l’urgente ricerca necessaria a colmare questa lacuna.
“Gli ambienti marini più profondi sembrano, a prima vista, molto distanti e insignificanti”, dice Kaiser. “Ma l’oceano profondo, quello tra i 200 e gli 11mila metri di profondità, è l'habitat più grande del mondo – ricorda la ricercatrice – e copre più della metà della superficie terrestre: è essenziale per la regolazione del clima globale, immagazzinando anidride carbonica e calore e mantenendo la biodiversità”.
La conoscenza delle specie che vivono in questo ambiente è un primo passo indispensabile per la loro protezione, dal momento che sono sempre più esposte all'inquinamento e alla distruzione dell'habitat. In particolare, il riscaldamento globale, l'acidificazione degli oceani e l'esaurimento delle risorse potrebbero portare a drammatici cambiamenti nella biodiversità delle profondità marine, con conseguenze imprevedibili anche per gli esseri umani.
I ricercatori chiedono quindi supporto per sviluppare strategie di ricerca internazionale, infrastrutture e cooperazione. Come si legge nel documento, la conservazione delle specie che si trovano in aree al di fuori della giurisdizione nazionale è particolarmente impegnativa, “E non esiste ancora un quadro internazionale – aggiunge Kaiser – che guidi l'attuazione delle misure di conservazione”.

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