Non solo in Italia, l’ondata di calore coinvolge anche la regione artica dove, nelle Isole Svalbard che si trovano ben al di sopra del Circolo polare artico, si sono superati i 15 gradi centigradi. “Le anomalie si intensificano e si prolungano”, ha spiegato il metrologo e climatologo Andrea Merlone, dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) e dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isp-Cnr), al termine di una missione di un mese in area polare.
“A metà maggio abbiamo registrato 15,4°C nella città di Longyearbyen, nelle Svalbard, situata a 78° N. Si tratta di temperature raramente toccate in quella zona remota persino nel mese di luglio”, ha detto Merlone. “Questo significa – ha aggiunto – che ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni alle nostre latitudini si verifica in modo amplificato in Artico”.
Secondo i modelli previsionali i primi luoghi ad avvertire i cambiamenti climatici globali sono proprio le regioni attorno al polo Nord e la conferma arriva dai dati, tra cui quelli rilevati dalla rete di sensori installati in questi anni come quella del laboratorio italiano di metrologia a Ny-Ålesund (a 79° N) in funzione dal 2017. “Gli strumenti leggono correttamente. Qui come in Artico”, ha detto Merlone di ritorno da una missione di un mese che aveva tra gli obiettivi quello di validare i dati e verificare il corretto funzionamento di tutta la strumentazione.
“E le serie di dati, anche quelle registrate con strumenti moderni, ci forniscono tutte gli stessi risultati, in modo indipendente: le temperature salgono, le anomalie si intensificano e la durata degli eventi aumenta”, ha aggiunto. Il ridursi della differenza tra equatore e polo, ormai in atto da tempo, porta gran caldo a latitudini diverse e le ondate di calore e siccità non solo risultano più frequenti, ma sono più intense e più persistenti. Proprio quello che sta accadendo ora in Italia.
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