(ANSA) - NAPOLI, 04 APR - E' l'anno della rivalutazione del
Casatiello dolce, uno dei simboli antichi dell'arte dolciaria
della Pasqua. Chi vorrà assaggiarlo lo può trovare, tra l'altro,
all'Ostaria Pignatelli, locale accogliente e raffinato a pochi
passi dal Lungomare di Napoli, dove i piatti della tradizione
vengono interpretati in maniera verace e moderna assieme.
Così come hanno dimostrato durante la trasmissione "4
Ristoranti", condotta da Alessandro Borghese, sbaragliando gli
avversari con una superlativa pasta e patate con provola,
conosciuta anche come "Pasta e patate alla napoletana".
Il menù della settimana pasquale è stato pensato in assoluta
sintonia con questo approccio gastronomico.
In particolare, sulla tavola del Giovedì Santo ci sarà la zuppa
di cozze nella sua versione "quaresimale", quella stessa che la
tradizione vuole si sia diffusa a Napoli a partire dalla seconda
metà del '700, in accordo con le preferenze di Ferdinando I di
Borbone.
Il Sabato Santo e la domenica di Pasqua si potrà degustare la
"fellata napoletana". "Fellata" in napoletano sta per "fetta" ed
indica il tagliere che si presenta come una composizione di
salumi e di formaggi, in particolare di ricotta salata,
formaggio dalla consistenza compatta a rappresentare l'unione
dei fedeli e della famiglia, e di salame, tipico elemento della
ricchezza contadina. Immancabili le uova, simbolo di vita e di
rinascita.
Un concentrato di gusto e rappresentazioni è anche la Pastiera,
dolce conventuale nato nel XVI secolo, verosimilmente
all'interno del monastero di San Gregorio Armeno, capace di
associare il simbolismo cristiano di ingredienti come uova,
ricotta e grano alle spezie provenienti dall'Asia e all'essenza
dei fiori d'arancio, ricavata direttamente dalle zagare del
giardino conventuale.
Ci sarà, poi, uno di quei prodotti quasi dimenticati, un
antichissimo dolce pasquale che si preparava, fino alla metà del
secolo scorso, in tutte le famiglie: il casatiello dolce.
Riproporre ricette tradizionali, all'Ostaria Pignatelli, non è
solo un modo per presentare piatti gustosi ma è anche il
tentativo di recuperare quei piatti identitari che rischiano di
essere dimenticati.
Il Casatiello dolce, che fa il paio con quello salato, e che
oggi è rivestito da un bianchissimo naspro e sormontato da
confettini colorati, nasce da una ciambella lievitata
originariamente insaporita con il formaggio (dal lat. casĕus
'cacio') e arrivata fino a noi attraverso le feste primaverili
in onore di Cerere.
Dalle celebrazioni pagane alla Pasqua cristiana il passo è stato
breve, almeno a tavola, e il casatiello ha preso a simboleggiare
la corona di spine del Cristo crocifisso, diffondendosi così
tanto da fare la sua comparsa, assiema alla Pastiera, anche
nelle fonti letterarie. In particolare, ne "La Gatta
Cenerentola" di Giambattista Basile (1566-1632), quando l'autore
descrive i festeggiamenti indetti dal Re per ritrovare la
fanciulla che aveva perso la sua scarpetta. (ANSA).