Il Veneto, che conta circa 400mila
imprese all'attivo, tra cui 24.687 Pmi, è la terza regione
italiana per export, con beni per un valore di 81,9 miliardi di
euro esportati nel 2023, pari al 13,1% del totale nazionale, e
un andamento stabile rispetto all'anno precedente.
Il dato è stato riferito oggi a mestre (Venezia) nel corso
dell'Open Day Sace che oggi ha coinvolto contemporaneamente
anche gli uffici di Roma, Milano, Bologna, Napoli.
L'export contribuisce per quasi la metà (45,5%) al Pil della
regione. Vicenza è la prima provincia (28% del totale), seguita
da Treviso (20%), Verona (19%) e Padova (16%). La meccanica
strumentale è il primo settore, con oltre 16 miliardi di valore
esportato, complice anche un importante aumento delle vendite
rispetto all'anno precedente (+7,8%). Seguono le esportazioni di
altra manifattura (+1,6%), composte per lo più da strumenti e
forniture medico-dentistiche, mobili e gioielli e pietre
preziose, tessile e abbigliamento (-3,2%). Tra i principali
settori di export regionale si segnalano inoltre i prodotti in
metallo (-8,6%) e alimentari e bevande (+5,5%), trainati in
particolare dalla crescita delle vendite di carne lavorata e
prodotti da forno e farinacei.
A livello territoriale si evidenziano gli aumenti delle
esportazioni di occhiali di Belluno, meccanica strumentale e
oreficeria di Vicenza. Nel 2023 si è registrato un incremento
anche delle vendite di prosecco di Treviso, e un lieve calo per
i vini di Verona.
Germania, Francia e Stati Uniti sono le prime tre
destinazioni, per circa il 35%. L'export verso la Germania è
rimasto pressoché stabile, con gli incrementi di meccanica
strumentale e alimentari e bevande che hanno in parte
controbilanciato le contrazioni di prodotti in metallo e tessile
e abbigliamento. In crescita la domanda dalla Francia (+3,7%),
sulla spinta in particolare di tessile e abbigliamento,
meccanica strumentale, altra manifattura e alimentari e bevande.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti, primo mercato di sbocco
extra Ue, hanno subìto invece un -6,1% causato dai cali di altra
manifattura, alimentari e bevande e tessile e abbigliamento. Tra
i mercati meno presidiati si segnalano vivaci aumenti delle
vendite regionali verso Turchia (+25,8%), Croazia (+12%),
Messico (+15,1%), Arabia Saudita (+16,8%) e Serbia (+8,9%).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA