Un complesso
commerciale costituito da 12 unità immobiliari ed un terreno
sito nel territorio di Gualdo Tadino, per un valore complessivo
di circa un milione e mezzo di euro, sono stati sequestrati dal
gico della guardia di finanza di Perugia nell'ambito di
un'indagine su presunte irregolarità nell'ambito di un'asta
pubblica per la vendita di alcuni immobili nello stesso comune
precedentemente pignorati e, di fatto - ritengono gli
investigatori -, riacquistati dallo stesso destinatario del
provvedimento, attraverso un "articolato sistema".
Su delega della procura del capoluogo umbro, è stato dato
così esecuzione ad un decreto emesso dal gip. Autoriciclaggio il
reato ipotizzato nel fascicolo.
Il principale indagato, peraltro, era destinatario di un
sequestro preventivo emesso dalla procura perugina nel 2020 - si
legge in un comunicato dell'Ufficio - a seguito di indagini
condotte dalla tenenza di Gubbio della guardia di finanza e
rimasto ineseguito, non essendo stato possibile "rinvenire ed
aggredire" denaro o beni riconducibili al soggetto.
Dall'indagine è emerso che gli immobili sono stati
acquistati da una srls con sede in Torgiano, "appositamente
costituita" 23 giorni prima dell'asta giudiziaria, che
annoverava, tra i soci, il genero del soggetto e una società con
sede nella Repubblica Slovacca che è risultata avere come
azionista di riferimento lo stesso pignorato. I fondi sono stati
prima trasferiti nella Repubblica Slovacca sui conti correnti
della società con sede a Bratislava e amministrata dall'indagato
principale - riferiscono sempre gli inquirenti -, e poi sono
stati fatti rientrare in Italia attraverso quella "di comodo" di
Torgiano che per le fiamme gialle serviva da ulteriore schermo.
La guardia di finanza ritiene che attraverso tale sistema,
l'esecutato, mediante il contributo del genero, e la schermatura
della società acquirente, ha reimpiegato i proventi della
presunta evasione fiscale, dallo stesso realizzata negli anni
dal 2013 al 2018, per acquisire gli immobili già pignorati alla
propria società. L'immobile è risultato poi affittato alla
società della figlia dell'indagato, la quale già
"precedentemente lo utilizzava in virtù di un contratto di
locazione risalente al 2015".
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