"La risoluzione dei conflitti non
passa per gli aiuti militari ma per uno stop alla produzione e
all'invio di armi". il numero di aprile della rivista San
Francesco Patrono d'Italia, in uscita in questi giorni, si apre
con l'appello per la pace in occasione della Pasqua del custode
del Sacro convento di Assisi, fra Marco Moroni, cui fa seguito
il contributo di Gianni Alioti, ricercatore e attivista
dell'osservatorio The Weapon Watch, sulle spese militari e gli
investimenti in armamenti in Italia e in Europa.
"La realtà dei fatti - sottolinea Gianni Alioti - dimostra
che l'aumento esponenziale delle spese militari e degli
investimenti in armamenti stanno rendendo il mondo più povero e
insicuro, avviandolo verso il rischio di distruzione".
I dati - si sottolinea - raccontano di spese militari nel
mondo che nel 2023 hanno raggiunto i 2500 miliardi di dollari,
con un aumento del 60% - al netto dell'inflazione - rispetto al
picco raggiunto durante la guerra fredda. A questo si affianca
l'aumento di spesa degli stati membri dell'Unione Europea in
ambito militare pari al 2% del Pil, con la capacità produttiva
dell'industria della difesa che raddoppierà entro il 2030.
"Dinanzi a tutto questo - prosegue Alioti - i cristiani e le
persone di buona volontà hanno il diritto-dovere di testimoniare
il vero, con schiettezza. In ambito teologico questo
comportamento ha un nome: 'parresia'. È la parola con la quale
papa Francesco ci esorta a smascherare gli interessi economici e
finanziari che si nascondono dietro ad ogni guerra".
"Preoccupa che gli appelli alla pace - ha affermato fra
Riccardo Giacon, direttore della rivista San Francesco Patrono
d'Italia - vengano sistematicamente ignorati, lasciando la
parola al suono stridente delle armi. Lo schema folle della
guerra non ferma chi ricerca in modo ostinato una via diversa da
quella della pace. Perché i conflitti che insanguinano il mondo
sono un 'fratricidio'".
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